Il Sindaco di Cetraro ha un solo dovere civico e morale: indire un Consiglio comunale, in via di massima urgenza, e riferire alla Massima Istituzione democratica ed alla città sulla situazione politica ed amministrativa attuale che riguarda la sua maggioranza alla luce delle dimissioni pubbliche e formalizzate del vicesindaco, di un assessore, del Presidente del Consiglio.
Tutto il resto è povertà di spirito, indecenza istituzionale, uno schiaffo in faccia alla città!
Ed, ancora, è silenzio, totale, assordante, che rivela apertamente una intesa tacita, ma incontrovertibile, tra irriducibili detentori attuali del potere e manovratori esterni, diretta alcuno, alla conservazione e alla tutela di privilegi e di precisi interessi amministrativi, spinti fino alla violazione della legislazione vigente che decreta la fine di una legislatura qualora non esiste più la maggioranza numerica per governare. Il tutto, tradotto in termini più poveri e comprensibili, è che ci troviamo di fronte ad un Sindaco che non ha alcun senso delle Istituzioni, del rispetto del ruolo e delle funzioni delle minoranze, della sua stessa dignità come primo cittadino.
Lo stesso Sindaco, con disonorevole atteggiamento rispetto al ruolo rivestito, pur di provare a < campare> , riesce persino a mettersi il cappello in mano e ad elemosinare un ingresso, nella sua claudicante corte, da parte del Partito Democratico, mandato dagli elettori alla opposizione e, dall’inizio della consiliatura, inflessibile censore pubblico delle incapacità del capo del governo amministrativo e del dilettantismo manifesto della Giunta.
E l’azione spartitoria della città, chiara e solare come un’aurora senza nubi! Come non si può non comprenderla dai gemiti pietosi ed agonizzanti del più rappresentato in Giunta, il Partito Socialista, che emana, nell’ultimo suo comunicato, ingannevoli notizie di unità e condivisioni di Coalizione, senza tenere in alcun conto le dimissioni irrevocabili per motivi coraggiosamente esposti dall’assessore Cesareo e, quindi, dal suo movimento, che dichiara, tra l’altro, di determinarsi di volta in volta nella Massima Assise.
Ci troviamo di fronte, pertanto, ad un Sindaco che non riesce a capire di aver perduto cinque consiglieri della sua maggioranza. Che annaspa in un oceano in tempesta e che è preda della tirannia di visioni oniriche di isole felici e lussureggianti, sulla cui riva l’aspetta il re-burattinaio, ispiratore di salvataggi estremi e posizionatore di mille trappole, anche all’interno del suo partito. La città è cosa nostra, sembrano dire questi ultimi e scoperti elaboratori di furbizie e trame politiche!
Cosa si vuole che sia, se la città ha espresso la sua volontà, nella primavera del 2015, di dare il suo governo ad una Coalizione di marcata ed assoluta proposta civica?
Il Sindaco ed i suoi sodali hanno bisogno di sopravvivere e non ha alcuna importanza se gli ideali ed princìpi del civismo cedono il passo all’avvento della sinistra o, centrosinistra che dir si voglia! Il Sindaco ritiene di mettere fine al suo < movimentismo cronico >, essendo stato folgorato dalla fede pidiessina?
Ebbene, si faccia guidare dall’onestà mentale che dovrebbe appartenere a tutti gli uomini! Figurarsi ad un sindaco! Si dimetta e i ripresenti a capo di una sua Coalizione o Partito.
Tra poco, ci sono le elezioni regionali. Quale convenienza migliore portare al potere ed al governo della città il Partito Democratico, consentendogli di trarre utilità dall’esercizio del potere?
Rabbrividiamo solo al pensiero di un simile, e vero ormai, disegno che, in tempi di sussulti di dignità e coerenza delle forze politiche che possano accorciare, sempre più, le distanze con l’opinione pubblica, non ci si fa scrupolo di disonorare partiti e deturpare l’immagine di chi li rappresenta! Ed, intanto, la Banca chiude i battenti. I problemi veri e reali continuano ad essere sul tappeto ed irrisolti. La città sprofonda, senza alcun appiglio, nel baratro dell’arretratezza economica e sociale.
Martedì prossimo avverrà l’incontro tra il primo cittadino ed il Partito Democratico.
La nostra speranza è che lo stesso incontro non sia popolato dall’ombra sinistra e cupa di visi appartenenti ai poteri forti e padroni della nostra martoriata terra di Calabria!
Una composizione eventuale di una nuova e diversa maggioranza sarebbe davvero una ferita mortale per le nostre Istituzioni. Allora sì, che il popolo avrebbe tutte le ragioni per insorgere e prendere i forconi!
Cetraro 30 agosto 2018.
Il CONSIGLIERE di “ Uniti per Cetraro”
avv. Roberto Ricucci