Ticket scolastici, “Ogni anno una strana novità”

Ci risiamo! A quasi un anno di distanza ci ritroviamo a parlare di ticket scolastici.

Infatti, già di questi tempi lo scorso anno avevamo espresso le nostre perplessità sull’adozione del sistema dei tickets scolastici “a fascia di reddito”, criticando non il principio che si era voluto affermare, di per se giusto, bensì la sua pratica attuazione. Perché, come spesso succede, una buona idea viene mal elaborata! Infatti, non si è previsto un bonus o sconti in percentuale in rapporto al numero dei figli a carico per quelle famiglie che non appartengono alle fasce di reddito più basse, oltre che l’anomala suddivisione dei tickets a colori in base alla fascia di reddito che rappresentava una antipatica forma di discriminazione in palese violazione della privacy delle famiglie, ma soprattutto tra gli acerbi scolari. Un orrendo esempio di discriminazione.

Quest’anno invece la trovata è ancora più “bizzarra”, infatti si è avuta la brillante idea di cambiare il sistema di pagamento obbligando di fatto tutti ad un pagamento mensile con bollettino postale o tramite bonifico bancario per accreditare i propri figli al servizio di mensa abolendo l’acquisto dei ticket con moneta contante.

Un cambiamento voluto perché come ha dichiarato il vice sindaco è stato adottato: “proprio per rendere ancora più democratico questo nuovo metodo, i genitori dei ragazzi che per motivi personali si dovessero assentare da scuola o non usufruire della mensa, possono sempre ottenere il rimborso per pasti non consumati… Finalmente eviterà a tante mamme di dover venire due o tre volte al mese in Comune per i tickets perdendo magari del tempo prezioso“.

Quindi secondo l’Amministrazione comunale sarebbe tutto stato deciso a vantaggio delle povere mamme! A noi non sembra affatto sia così!

Al contrario, forse si eviteranno le file al comune ma certo le povere mamme dovranno farle ugualmente alla posta o in banca dove peraltro dovranno sostenere anche l’addebito delle spese ulteriori. Si dovrà anticipare l’acquisto di ticket per i giorni effettivi di scuola per ogni mese negando la possibilità alla famiglia di essere liberi di organizzarsi come meglio si crede. La forma di rimborso prevista per l’eventuale assenza dell’alunno è un’altra geniale forma di complicazione in quanto, come ha scritto sui social il vice sindaco: “La scuola a fine mese comunicherà agli uffici comunali i pasti effettivi consumati, e non solo le assenze. Gli uffici provvederanno nel mese successivo al rimborso. ogni fine mese, la scuola deve comunicare al comune le assenze di tutti gli alunni“. Ciò si trasforma in un altra trappola burocratica che invece di snellire complica ancor di più. Non solo, per avere il rimborso si dovrà comunque andare in comune per farne apposita richiesta, ottenendo però solo lo storno al mese successivo del pasto e non la restituzione della somma versata. Addirittura la cosa assurda e che le assenze nell’ultimo mese di scuola verranno recuperate nell’anno scolastico successivo.

Come al solito la macchina amministrativa si muove in controtendenza e invece di amalgamare il tessuto sociale, cerca di tenerlo separato.

Pensiamo, come è nostra natura, che invece di arrivare ad ascoltare i cittadini scontenti dopo aver preso le decisioni, sarebbe opportuno aprire il dialogo prima che vengano fatte le delibere. I modi ci sono e sono tutti a vantaggio di un vivere democratico. Perché bisogna sempre aspettare che le questioni vengano discusse, anche animatamente, dopo che si son prese le decisioni?