Yara e Sarah, due vite rubate.
Non è ancora il titolo di un libro. E forse non lo sarà mai. Ma potrebbe anche diventarlo presto…
Per il momento, è solo un manoscritto, come si dice in questi casi, inviato dal suo autore agli editori Rizzoli, Mondadori, Bompiani e Sellerio.
Un manoscritto, però, che pur essendo ancora tale, sta già ricevendo una certa “notorietà”; il tutto, perché il suo autore, Alessandro Castellani, un giovane scrittore che di mestiere fa l’infermiere, si è ritrovato vittima di una terribile coincidenza, una vicenda che sta balzando agli onori della cronaca.
Il caso nasce a causa di una convocazione che l’infermiere di Castiglion Fiorentino ha ricevuto da parte delle forze dell’ordine. I carabinieri, infatti, lo hanno convocato perché nel manoscritto sono presenti particolari che i media non hanno diffuso.
Il libro, ovviamente, parla di Sarah Scazzi e Yara Gambirasio, protagoniste dei recenti e tragici fatti di cronaca che da qualche mese sono presenti in numerose trasmissioni televisive.
Nel libro, Yara e Sarah, due vite rubate (questo è il titolo del manoscritto) Castellani ha immaginato le vite delle due ragazze da adulte. Racconta come sarebbe stata la loro esistenza se non fosse stata “interrotta”.
Come già accennato, il problema è nato perché all’interno del manoscritto i carabinieri hanno rinvenuto dei particolari sconosciuti. Ovvero che la studentessa di Brembate, Yara, aveva una passione per i Modà e che voleva iscriversi al liceo Scientifico.
Ecco perché è scattato l’interrogatorio.
“Lei sa particolari che tv e giornali non hanno mai diffuso”, gli hanno detto i militari.
Il sito Arezzo Notizie, ha intervistato Castellani. Alla domanda “Quando è stato interrogato? E che cosa le hanno contestato, esattamente?”, il giovane infermiere-scrittore ha risposto: “Sono stato convocato nella caserma di Castiglion Fiorentino lo scorso 14 settembre, alla presenza del comandante della compagnia di Cortona. I Carabinieri mi hanno rivolto diverse domande. In quella circostanza i militari sono stati molto gentili, mi hanno spiegato che quella convocazione era necessaria, voluta degli inquirenti del caso Yara. Nel libro racconto la storia di Yara fino ai 30 anni. Racconto che riuscirà a coronare il suo sogno, quello di diventare una ginnasta professionista. Tra i tanti dettagli sulla sua esistenza ne aggiungo tre: la passione per la band dei Modà, che tra l’altro piace anche a me, l’iscrizione al liceo schientifico dopo le scuole medie e l’abilità in cucina di una nonna. Tutti frutto della mia fantasia che, coincidenza, avevano riscontri con la realtà. Yara amava i Modà, aveva intenzione di iscriversi allo scientifico e aveva una nonna brava tra i fornelli. Un caso“.
Per leggere tutta l’intervista, collegatevi qui.