(ANSA) – Non solo l’inchino, non solo le informazioni false – “abbiamo un black out a bordo, stiamo vedendo di risolvere” – non solo le comunicazioni alle autorità in ritardo.
La notte in cui portò la Concordia contro gli scogli, il comandante Schettino faceva pure lo spiritoso: “stiamo imbarcando acqua, tanto è calma piatta“.
La ‘battuta’ è lì, nero su bianco, nelle 270 pagine della perizia disposta dal Gip che i tecnici stanno illustrando nel corso dell’incidente probatorio nel teatro Moderno di Grosseto.
“Quesito 40: le comunicazioni alle competenti autorità costiere partite dalla plancia di comando circa la verificazione del sinistro, il loro contenuto, gli interlocutori con cui intervennero” e la domanda posta dal Gip Montesarchio ai periti. Che, prima di rispondere, fanno una premessa: “al fine di poter fornire un quadro quanto possibile esaustivo delle comunicazioni, si è ritenuto indicare anche quelle partite a richiesta delle Autorità“.
E così emerge che la prima comunicazione registrata è delle 22.02.37, quando la capitaneria di Porto di Civitavecchia chiede “come è la situazione a bordo”.