«…vogliamo rompere il silenzio e dare voce all’indignazione dei cittadini attraverso una proposta chiara e che sia forte del sostegno dei Sindaci nella loro più ampia rappresentanza…»
È una frase tratta dal documento inerente il Piano di riorganizzazione ospedaliero redatto dai Sindaci del Tirreno cosentino e relativo a una proposta comune da sottoporre al commissario Scura. All’indomani della riunione svoltasi nella sala consiliare di Cetraro e convocata dal consigliere regionale Giuseppe Aieta, infatti, il sindaci hanno stilato un documento da sottoporre allo stesso Commissario.
«Il decreto n.9 del 2 Aprile 2015 – si legge sul documento – del Commissario ad acta sulla riorganizzazione della rete ospedaliera, della rete dell’emergenza-urgenza e delle reti tempo dipendenti, ha posto nuovamente e inaspettatamente la questione sanità al centro del dibattito politico. Una questione ormai troppo spesso sottratta al governo della politica, nonostante è alla classe politica e agli eletti che i cittadini chiedono poi il rendiconto.
Per questa ragione vogliamo rompere il silenzio e dare voce all’indignazione dei cittadini attraverso una proposta chiara e che sia forte del sostegno dei Sindaci nella loro più ampia rappresentanza. La qualità dei servizi e i livelli assistenziali assicurati nel Tirreno cosentino si stanno dimostrando inadeguati e insufficienti a coprire la domanda che giunge dal territorio. Il piano di rientro, seguendo una logica strettamente ragionieristica, ha introdotto elementi discorsivi gravi sull’organizzazione della rete ospedaliera e poco o nulla ha innovato rispetto alla sanità territoriale».
«Quello che attualmente ci viene proposto – continua il documento – probabilmente sulla spinta di urgenze di bilancio e di scadenze ministeriali che premono, non fa riproporre il precedente piano riveduto e possibilmente corretto in peggio nonostante tre anni di sperimentazione abbiano evidenziato limiti e criticità pesanti. Punto qualificante della nostra proposta è che qualsiasi rideterminazione delle rete ospedaliera non può prescindere dall’individuazione chiara della collocazione dell’area d’emergenza-urgenza, non essenziale di tutte le reti tempo-dipendente (politrauma, sindrome coronarica e stroke)».
«Imprescindibili esigenze normative – continua ancora – come da Regolamento previsto nel Patto per la Salute 2014-2016 sugli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera hanno precisato in modo inequivocabile quali siano le U.O. che entrano a far parte del Dea di I livello e come esse devono necessariamente operare sul piano logistico in modo strettamente unitario, allo scopo di dare una risposta rapida e completa al paziente critico. Disarticolare il Dea come è stato fatto dissociando l’Unità Operativo di Rianimazione dalle altre unità operative è stato un errore grossolano, che ha reso tutto il sistema inefficiente e insicuro».