Da oggi si gioca a carte scoperte. Dopo aver magistralmente avocato a sé, attraverso le loro solitarie iniziative, i meriti della nomina del Primario dell’UO complessa di Ostetricia e Ginecologia, è giunto il tempo di mettere giù la maschera.
Il Sindaco e il Consigliere regionale di Cetraro devono capire, per prima cosa, che al di là del momento esaltante delle comunicazioni autocelebrative, ci sono verità di fondo con cui fare i conti e opportunamente considerare.
Intanto, mettiamo in chiaro una cosa e speriamo in modo definitivo. Né gazebi ferragostani, né catene e cartelli sul petto, né suggestivi selfie con il Governatore della Calabria, hanno alcuna rilevanza e, soprattutto meriti, rispetto alla nomina del Direttore della suddetta Unità Operativa.
Lo sanno pure le pietre che era solo un atto dovuto, un precipuo dovere d’ufficio da parte di almeno due consecutivi Dirigenti Generali dell’ASP di Cosenza, responsabili del reato di < omissione>, esteso per due lunghi anni. La supplica della nomina, pertanto, i rappresentanti più elevati delle nostre Istituzioni pubbliche l’avrebbero dovuta indirizzare a se stessi, avendo la totale facoltà di nomina degli stessi reggenti dell’Azienda Sanitaria Provinciale e la prerogativa di controllo del loro operato.
Quindi, si eviti di menar il can per l’aia!
Quello che ci dispiace enormemente, tuttavia, è che il diritto alla salute del cittadino sia miseramente caduto, senza reazione alcuna, sotto ricatto di un Primario, vincitore di Concorso, che pone le sue condizioni prima della firma del relativo contratto! Ma di cosa stiamo parlando? Riesce, perfino, a indicare i tempi della sua decisione di apporre la sua firma sul contratto di lavoro, nel senso che, se la deroga relativa alla riapertura del Punto Nascita dovesse arrivare prima, si dovrebbe, comunque, aspettare l’esito del Ricorso, previsto per il 27 settembre p.v. Ma in quale Repubblica delle banane viviamo? E i diritti delle partorienti, delle future madri, oggi, violentemente sottoposti all’ingovernabile affollamento del Reparto di Ostetricia e Ginecologia di Cosenza, è giusto che vengano considerati secondari rispetto al calcolo delle convenienze professionali di un medico, a cui lo Stato offre un lavoro di così alto livello? Certamente, per meriti acquisiti.
Accorato e indignato, nello stesso tempo, è l’invito fatto dal Direttore Sanitario, dott. Vincenzo Cesareo, al neo Dirigente dell’ASP di Cosenza, con nota del 12 settembre u.s., nella quale la invita a sollecitare l’accettazione e la firma del contratto da parte del vincitore del Concorso.
Al fine esclusivo di < eliminare eventuali ostacoli alla riapertura del Punto Nascita di Cetraro, considerato che, da circa un mese, sono state sanate tutte le criticità contestate.>
Ancora più grave, tuttavia, è il fatto che la nota del Commissario ad Acta, gen. Saverio Cotticelli, datata 3 sett. 2019, con la quale si disponeva l’utilizzo, in via momentanea, di medici ginecologi e pediatri dello Spoke Cetraro-Paola in quello di Corigliano-Rossano, non sia stata posta all’ordine del giorno della discussione durante l’incontro svoltosi, in Catanzaro, presso la sede dello stesso Commissario.
La sottolineata < temporaneità > dell’utilizzo avrebbe, comunque, dovuto imporre una serie di approfonditi chiarimenti. Soprattutto perché riferita, nella nota commissariale, al termine dell’espletamento delle procedure concorsuali in quello Spoke. Precisiamo : < procedure concorsuali>! Ma ci siamo, tutti, bevuti il cervello?
Possibile non capire che tale disposizione sguarnisce pericolosamente un reparto che, tuttavia, continua ad essere aperto? Ma fa pure, indecorosamente, a botte con le rassicurazioni ricevute sulla nomina < frettolosa > del Primario e con la conseguente promessa di < immediata > riapertura del Punto Nascita di Cetraro!
E’ un bel raggiro, epocale e senza precedenti! Ecco, quindi, arrivare in modo puntuale, in data 11 settembre scorso, la disposizione di servizio del Dirigente Asp di Cosenza, diretta al dottore Luigi Scarpelli e alla dott.ssa Adriana Panebianco, appartenenti alla Struttura di Ostetricia e Ginecologia dello Spoke di Cetraro, con la quale si notifica il loro immediato utilizzo, per carenza di personale, in quella di Corigliano- Rossano.
Il Direttore Sanitario del nostro Spoke, dott. Vincenzo Cesareo, a cui la disposizione di servizio arriva per opportuna conoscenza, non indugia più di tanto, a tal punto, a richiedere una immediata richiesta di revoca di questo infima e sorprendente disposizione di servizio. Non avevamo alcun dubbio che l’avrebbe fatto! Conosciamo profondamente le competenze e la passionalità del Direttore Sanitario dello Spoke Cetraro-Paola.
Sta, da tempo, combattendo, in completa solitudine, un’ardua battaglia per la realizzazione dei livelli di assistenza, nell’intero Spoke, così come previsti dalla legge. Le motivazioni addotte alla sua richiesta di revoca del citato atto aziendale non lasciano alcuno spazio a eventuali interpretazioni di segno opposto. La disposizione di servizio, emessa dal Dirigente Generale dell’ASP di Cosenza, in data 11 settembre 2019, costituisce aperta violazione < all’art. 16, commi 3 e 4, del CNL, anno 2004, e del Decreto del Ministro della Salute, n. 70, del 2 febbraio 2015, in materia di requisiti strutturali, tecnologici, organizzativi e di sicurezza degli Spoke >.
Il sicuro reato che, dalla stessa, ne potrebbe discendere, sarebbe quello di < interruzione di pubblico servizio >. Il Coordinamento di Forza Italia di Cetraro e il partito Liberali Democratici di Cetraro, pertanto, non perderebbero un minuto di più a esporre regolare denuncia alla Procura della Repubblica di Paola.