Il consigliere regionale Giuseppe Aieta, di recente, dalle pagine de “Il Quotidiano del Sud”, ha voluto esprimere un disagio che egli avverte in quanto espressione della maggiore assise istituzionale calabrese, tenendo al riparo la maggioranza di cui egli stesso fa parte ed, in primis, il governatore della Calabria.
Sicuramente la nostra Regione ha bisogno di un “pensiero strategico” che egli invoca, dimenticando però, che tale pensiero va affidato a persone di grande levatura e non certamente a pervenu che mirano alla conservazione della poltrona che occupano, per conquistare la quale, non hanno esitato a cambiare casacca.
La Calabria più che di un pensiero strategico, ha bisogno di un pensiero forte che restituisca dignità alla politica e riaffidi ai partiti il ruolo di un confronto democratico fondato sui valori etici e sugli ideali per i quali i padri fondatori della nostra Repubblica e della nostra democrazia hanno speso la loro vita.
Restituire dignità alla politica significa, per esempio, uscire dal fortino nel quale il governatore calabrese si è rinchiuso con il suo esecutivo “tecnico” e dare corso ad un confronto aperto con i partiti che lo hanno portato al governo della regione e con la stessa opposizione che dovrebbe recuperare, però, il ruolo che i calabresi le hanno affidato.
Si tratta, insomma, di uscire da un sistema autoreferenziale ed autocelebrativo che viene rappresentato nelle varie occasioni pubbliche e del quale la popolazione calabrese patisce i danni. La vicenda della sanità nella nostra regione ne è un esempio, perchè difronte alla protervia di un governo centrale che ha avocato a sé un ruolo che è proprio del consiglio regionale, non si è avuta la capacità di imporre al governo, con tutti mezzi che la democrazia offre, la restituzioni dei poteri che in materie di sanità appartengono alle regioni.
Il coordinamento CD, SI, PRC
Antonio Ferrazzo
Benedetto Guaglianone
Leopoldo Piccolillo