Ospedale: “è il caos organizzativo che ci preoccupa”

Secondo il Rapporto Barberi, l’ospedale di San Francesco di Paola, su quasi 1800 edifici in Calabria, considerati ad alta vulnerabilità, è stato posizionato al settimo posto. Facendo leva su questa preoccupante notizia, il Comitato civico Nino De Caro interviene sul caso Ospedale con una dura nota.   

«Di fronte ormai al dilagante dissenso – scrive il Comitato – che si estende dallo Ionio al Tirreno su questa incomprensibile, pasticciata e pericolosa riorganizzazione della sanità territoriale e ospedaliera, il Comitato Civico “Nino De Caro” unisce la sua voce al coro di protesta che si alza ormai ovunque in provincia di Cosenza».

«Facciamo questo – scrive – perché è nostra intenzione continuare la battaglia intrapresa da alcuni anni a difesa della nostra idea di sanità, ma anche e soprattutto perché mai come in questo momento, in cui si rincorrono falsificazioni, inesattezze e un uso strumentale dei mezzi di stampa, è necessaria una parola di chiarezza su quanto sta accadendo. La nostra attenzione, per diretta conoscenza dei fatti, non può che essere circoscritta a quanto è avvenuto pochi giorni fa nella riorganizzazione dello Spoke Cetraro-Paola a seguito delle ultime deliberazioni della direzione aziendale».

«A tal proposito – continua la nota – la prima verità è che nello stabilimento di Cetraro sono stati disattivati i reparti di Medicina generale e Cardiologia e che, allo stato attuale, non è possibile effettuare ricoveri per acuti di tipo medico. Ciò non di meno, la direzione aziendale, consapevole del pasticcio organizzativo e, ovviamente, non potendo fare ameno di questa tipologia di ricoveri in un’area dove continua a operare un Reparto di Rianimazione, con proprio atto, ha disposto, utilizzando i medici internisti e i cardiologi in dotazione al presidio, che i ricoveri medici si attuassero, in modo improprio e presumibilmente anche illegittimo, nel Reparto di Neurologia, unico reparto con posti letto per acuti previsto per lo stabilimento di Cetraro e che probabilmente come tale non vedrà mai la luce.

Pensiamo che tutto ciò abbia gravi implicazioni medico-legali e comunque, nella migliore delle ipotesi, in quello stabilimento si stanno soltanto producendo ricoveri impropri, che non produrranno alcun Drg, ovvero, nella contabilità regionale, presumibilmente non saranno valutabili e rappresenteranno solo un costo, a misura dell’inefficienza di questa squinternata proposta organizzativa.

Ma è soprattutto il caos organizzativo che ci preoccupa, perché questo può mettere a serio rischio la vita dei pazienti. Questa è la nuda e cruda verità».

Infine, focalizzando l’attenzione sul già citato Rapporto Barberi, il Comitato conclude: «È noto a come il Ministero della Salute e la Protezione Civile, nelle loro raccomandazioni, ci ricordano che il ruolo dell’ospedale, già così importante nell’emergenza “quotidiana”, acquista però un rilievo cruciale nelle situazioni di maxiemergenza. Le stesse linee guida, nel definire la rete dell’emergenza, raccomandano di porre particolare cura alla vulnerabilità sismica e all’analisi delle vie di accesso, allorché si individuano i siti dove allocare i Dea».

A seguire la graduatoria di vulnerabilità della regione Calabria pubblicata sul quotidiano Calabria Ora il 3 giugno del 2012.