Il Sindaco scrive al segretario nazionale Nencini per contestare l’esclusione dei candidati locali. Ecco la missiva.
“Caro Segretario,
da notizie di stampa apprendiamo dell’esclusione dei Socialisti Calabresi dalle liste dei candidati al Parlamento da Te indicati alla segreteria del Partito Democratico. Se le notizie dovessero risultare vere si consumerebbe un’ulteriore ingiustizia e scorrettezza ai danni di una delle Regioni più Socialiste d’Italia.
Invero, non si capisce chi ha deciso i candidati da inserire nelle liste bloccate, quanti candidati in posizione utile siano stati inseriti, quali criteri siano stati seguiti, quali discussioni siano state avviate al fine di conseguire il migliore risultato possibile. Avremmo preferito che gli eletti nei Consigli Regionali, Provinciali e Comunali avessero partecipato ad una discussione aperta visto che il consenso del Partito Socialista, in questi anni, è dipeso molto da quanti non hanno inteso farsi sedurre dalle sirene di altre formazioni politiche continuando a spendersi per un partito che da oltre vent’anni non riesce più a convincere l’elettorato che non sia, appunto, quello che fa riferimento agli Enti Locali. Non ci convince la scelta operata perché appare burocratica, oligarchica e tesa a garantire più che i territori che esprimono consensi, singole individualità che spero abbiano meriti da esibire.
Avverto la necessità di rivolgerTi le mie modeste riflessioni anche alla luce delle ripetute delusioni relative allo scarso impegno del Partito su alcune tematiche care ai Socialisti di ogni tempo. Partecipando alle iniziative di Roma e Firenze ho percepito molta timidezza rispetto a temi che avrebbero potuto caratterizzare una nuova stagione politica per i Socialisti Italiani. Mi riferisco allo strangolamento subito dagli Enti locali per i quali, storicamente, i Socialisti hanno condotto forti e decise battaglie politiche così come timida è stata la posizione sulla soppressione dei Tribunali Calabresi. Mi è sembrato che quelle iniziative fossero solo strumentali e volte a dimostrare l’esistenza del PSI alla segreteria del Partito Democratico per poi giungere ad una trattativa sulla pattuglia da portare in Parlamento. Legittimo, per carità! Ma estromettere i Socialisti Calabresi significa decretare la fine del Partito in Calabria. Significa, ancora, spingere nella totale rassegnazione una classe dirigente composta da molti Sindaci, Consiglieri Provinciali e Comunali, Assessori Provinciali e Comunali, Dirigenti di Partito che in queste elezioni avevano intravisto un motivo di rilancio alla luce anche della splendida performance alle ultime regionali che, però, non è bastata a far eleggere un Consigliere Regionale.
Per tutti questi motivi Ti comunico la mia sofferta ma convinta sospensione dal Partito in attesa di discuterla con Te e con il Segretario Regionale del PSI Calabria.
Giuseppe Aieta”.