In un comunicato stampa alcuni rappresentanti del comparto Pesca spiegano la loro posizione sull’argomento.
“I pescatori – si legge sulla nota diffusa oggi dal direttore del FLAG La Perla del Tirreno, su richiesta dei pescatori – sono una categoria di lavoratori da troppo tempo ormai vessati e rilegati in una nicchia che non gli appartiene più. Quello che rimane della marineria locale già combatte ogni giorno con normative capestri, regolamenti fallaci e una notevole diminuzione del prelievo delle risorse.
È probabile che, negli ultimi anni le risorse ittiche hanno subito uno sfruttamento superiore alla loro capacità di resilienza, ma è scorretto credere che sia solo colpa dei pescatori; i motivi sono tanti e diversi tra cui un aumento eccessivo e incontrollato della pesca amatoriale, senza dubbio anche il perseverare di alcuni, ad usare metodi di pesca poco selettivi, ma quello che è mancato realmente è stata una pianificazione strategica di lungo periodo, condivisa con i pescatori e non strumentalizzata anche da interessi economici di pochi; una pianificazione che prevedesse o controllasse il fenomeno in modo diverso da quello attuato e ribadiamo, non condiviso totalmente dai pescatori.
Non c’è stata nemmeno una efficace sensibilizzazione su un consumo più consapevole del pescato minore, di fatti le specie più richieste dai consumatori sono quelle che si pescano ormai meno. Iniziare ad investire su questi punti sarebbe un primo passo avanti.
I pescatori non sono dei delinquenti, non sono “i ladri del mare”, i pescatori, quelli veri, sono quelli che amano il mare più di chi si definisce ambientalista. È un lavoro duro e difficile fare il pescatore, ma quando decidi di farlo il mare ti entra dentro, ti segna, e fa sì che non riesci più a cambiarlo con nessun altro lavoro, perché lo ami. Quindi perché chi vive di mare, vive di questo lavoro, cerca di sfamarci la famiglia e viverci con dignità, dovrebbe essere la causa del mancato rilancio economico del settore?
Sono finiti i tempi in cui ci si barrica va dietro agli impedimenti, oggi c’è una categoria di professionisti liberi e altamente qualificati.
È una delle categorie professionali più difficili da gestire, questo lo ammettono i pescatori stessi, forse perché poco propensi a rientrare negli schemi, ma è la forza che ti trasmette il mare che ti fa sentire così; ciò però, non significa che se sensibilizzati, formati e sostenuti noi pescatori non siamo disposti a migliorare le nostre condizioni lavorative contribuendo nel contempo a tutelare anche il nostro luogo di lavoro: il mare.
Sicuramente dopo l’evento di sabato si avrà una nuova dimensione su come definire la questione del mercato ittico cetrarese perché finalmente si è iniziato il percorso nel modo giusto.
Sabato i pescatori del Tirreno e quelli cetraresi in particolare, saranno presenti, perché rilanciare il comparto è un’impresa possibile, riqualificare il mercato ittico è possibile, ma ascoltando le esigenze e le indicazioni dei Pescatori è necessario. Noi chiediamo solo di poter far bene il nostro lavoro e di poter riappropriarci di una dignità professionale che è nostra, che è giusto avere, non perché ci deve essere riconosciuta da nessuno, ma perché ce l’abbiamo; facciamo uno dei lavori più umili e al contempo più nobili del mondo!
E dopo questa iniziativa non ci fermeremo, perché compatti chiederemo, così come sta già venendo in molte parti d’Italia in altre marinerie, la revisione di regolamenti e normative non congeniali al tipo di pesca praticato sulle nostre coste; noi siamo quasi tutti pescatori tradizionali, piccola Pesca Costiera, e il nostro mare è il Tirreno, ed è un mare difficile, la nostra condizione merita un’attenzione diversa da quella generale, o meglio generalizzata, che è in vigore ad oggi”.