Liberato Amedeo Ricucci. La testimonianza del giornalista

Sono atterrati all’aeroporto di Ciampino i quattro reporter RAI rapiti in Siria. Il cetrarese Amedeo Ricucci farà presto ritorno a casa. Il sindaco Aieta e la tutta la giunta stanno preparando l’accoglienza.

Oltre al nostro Amedeo Ricucci, lo ricordiamo, che si trovava in Siria per girare il reportage sperimentale Silenzio si muore commissionato dal programma La storia siamo noi, vi era il fotogrago Elio Colavolpe, la free lance Susan Dobbous e il documentarista Andrea Vignali. 

AmedeoLa notiza della liberazione dei quattro è stata diffusa oggi dal Premier Monti, che ha pronunciato le seguenti parole: «Desidero ringraziare l’ Unità di Crisi della Farnesina e tutte le strutture dello Stato che con impegno e professionalità hanno reso possibile l’esito positivo di questa vicenda, complicata dalla particolare pericolosità del contesto». Proseguendo: «Gratitudine agli organi di informazione che hanno responsabilmente aderito alla richiesta di attenersi ad una condotta di riserbo, favorendo così la soluzione della vicenda».

La sorella di Ricucci ha espresso viva soddisfazione per i risultati raggiunti: «Abbiamo confidato molto nel lavoro svolto dal Ministero degli esterche ci ha mantenuto sempre aggiornati sull’esito delle trattative. Siamo contentissimi che la storia si sia risolta in breve tempo».

Anche il Sindaco di Cetraro, Giusepppe Aieta e tutta la Giunta Comunale, hanno ringraziato il Ministero degli Esteri per l’eccellente lavoro svolto e sono pronti a preparare la giusta accoglienza ad Amedeo, congiuntamente ad amici, parenti e semplici cittadini, che lo attendono nella sua terra d’origine con trepidante attesa, per poterlo finalmente riabbracciare, dopo aver vissuto insieme a lui giorni di angoscia, ma standogli sempre vicino con il cuore e con la mente.

Le prime parole del giornalista sono state ai microfoni di Rainews24 «Ora siamo in aeroporto in Turchia, aspettiamo un aereo che ci riporti a casa. Eravamo in mano a un gruppo islamista armato che non fa parte dell’Esercito libero siriano. È stato un malinteso. Ci hanno tenuti in posti diversi, non proprio prigioni sotto certi aspetti, per altri sì ma siamo stati trattati coi guanti bianchi».

La testimonianza di Amedeo.