Lettera aperta al Presidente dell’Amministrazione Provinciale, Francesco Iacucci

Egregio sign. Presidente, con la presente intendiamo ricordarLe che esiste ancora, nel territorio comunale della nostra città, la Strada Provinciale n.26, forse la più antica opera infrastrutturale dopo l’avvento della Repubblica.

Unisce il nostro capoluogo alla frazione Sant’Angelo e si estende per oltre dodici chilometri, consentendo a ben sette popolose contrade, di cui rappresenta l’unico accesso, di godere dei più importanti e vitali servizi civili presenti in città e sulla costa, primi tra tutti l’Ospedale e le Scuole.

Tale arteria, ricadente nella Sua giurisdizione amministrativa, ci duole dirlo, si consuma da anni in completo stato di abbandono. Gli interventi di manutenzione sono stati sempre occasionali e limitati.

Da tempo non ne vengono più effettuati. Le sue attuali condizioni sono, indiscutibilmente,  ad alto rischio per l’incolumità dei cittadini che, più volte al giorno, sono obbligati a percorrerla. I margini della carreggiata sono aggrediti, in alcune parti del territorio, da una vegetazione selvaggia, alta, incolta e invasiva che restringe sempre più la superficie di contenimento delle auto in transito e, ancorpiù, limita pericolosamente, prima delle curve, la visuale prospettica per gli automobilisti. La cui percezione è quella di trovarsi nel mezzo di una foresta. L’intero canneto che invade la sede stradale, leviga ruvidamente le fiancate delle auto a seconda del verso di marcia. Ma, sono almeno quattro le scarpate ad elevato rischio che, da sempre, vengono  velocemente e superficialmente manutentate solo in occasione di eventi franosi. Tali scarpate si riversano sulla sede stradale con una pendenza da brividi.

Enormi querce, speroni di rocce e voluminosi macigni sembrano sospesi nel loro  terreno argilloso e petroso e costituiscono una vera e propria minaccia per la vita delle persone in presenza di piogge insistenti. Solo per volontà divina, negli anni scorsi, lo scivolamento di queste scarpate non hanno provocato danni irreparabili alle cose e pericoli seri per la salute dei cittadini. A distanza di anni, continuano ad essere senza alcuna razionale  protezione, altresì, i due bassi parapetti in muratura del ponte di loc. Vurghe. Un’altra trappola, segnalata unicamente da due strisce  di plastica rossa, che stanno lì a ricordare, i soli e demenziali provvedimenti presi all’indomani dell’incidente mortale verificatosi per la totale assenza di qualsiasi barriera protettiva.

Rivolgiamo l’invito per un sollecito e risolutivo intervento manutentivo, sulla S.P. 26, alla stimatissima persona del Presidente della Provincia. Ma, ancora di più, lo rivolgiamo alle all’amministratore perché consideri il novero delle responsabilità civili e penali che sono, ineluttabilmente, a suo carico in relazione a possibili eventi che potrebbero procurare pericoli per l’incolumità della persona umana. Ringraziamo anticipatamente!