Sull’abbattimento della Scuola elementare Faini, ho espresso in altre occasioni il mio modesto parere. Lo ripeto, nella speranza che si fosse ancora in tempo ad evitare lo scempio di cui trattasi. Ma ho seri dubbi che ci si possa ripensare. Ormai i giochi sono stati fatti!
A parte ogni considerazione di carattere storico che implica il riconoscimento di un bene architettonico ambientale, non si vuole e non si è voluto riconoscere il grande merito avuto dall’esimio fondatore della Fabbrica e quanto benessere essa ha portato negli anni della ricostruzione post-bellica a Cetraro. Ma di Faini si vuole distruggere, ormai, anche l’ultima testimonianza, dopo aver fatto scempio di questo personaggio fisicamente, idealmente e materialmente come dimostrano le oscure vicende di quello che fu il glorioso Lanificio Faini…
Chi non ha la memoria corta, ricorderà come agli inizi della contestazione antipadronale degli anni settanta, con non poca baldanza e con molta irriconoscenza, certi nostrani agit-prop, al grido di “la Faina (sic!) se ne deve andare”, hanno dato inizio allo sgretolamento di una realtà che tanto aveva donato a questa comunità.
Per tornare all’edificio scolastico in parola, abbatterlo significa voler cancellare anche l’ultima testimonianza storica nei confronti di una realtà che fu centro della cultura e dello sviluppo sociale borghigiano. Dalle aule di quel plesso uscirono intere generazioni di allievi ed in esse svolsero il loro magistero esimi docenti che dettero lustro alla città. Nobilitato negli ultimi anni attraverso l’istituzione della sede del Giudice di pace e di una delegazione comunale (entrambe soppresse nel silenzio generale), quel nobile edificio ora sarà steso a terra, al rango degli altri “ruderi” già abbattuti, di cui ancora dopo mesi capeggiano le macerie come simbolo della mancata riqualificazione del Borgo marinaro.
I progettisti della Riqualificazione avrebbero dovuto tenere conto di queste cose e stilare dei piani che avrebbero dovuto “salvare” quel glorioso Stabile. Si potrà ancora fare qualcosa o il popolo, ancora una volta, dimostrerà la sua indifferenza? A questo punto, ognuno ha ciò che si merita!