“Il Cantiere Sociale d’Identità Santa Lucia è un’associazione senza fini di lucro che da anni lavora per la tutela e la valorizzazione dell’area del Monte Serra e delle zone circostanti, nella convinzione che prendersi cura di uno dei luoghi più incantevoli del Paese, per di più molto amato dai cetraresi residenti ed emigranti, è senz’altro il modo migliore per dare un contributo concreto al miglioramento della città”.
Inizia così una lunga nota diffusa ieri dal Cantiere Sociale d’Identità Santa Lucia. “Negli ultimi 5 anni – continua – per non andare troppo indietro, noi volontari del C.S.I. Santa Lucia abbiamo impiegato tempo, energie e risorse economiche per fare molte e diverse iniziative su quell’area, tra cui brevemente: la piantumazione di alberi, con bambini e famiglie, nell’iniziativa Adotta un albero; la realizzazione di una staccionata di circa 700 metri lungo il tratto più impervio del ripristinato Sentiero dell’Avis per consentire a chiunque voglia di fare una bella passeggiata panoramica in sicurezza; il recupero di un invaso in cemento per la raccolta delle acque e la costruzione di un impianto ad esso collegato in grado di portare acqua lungo il costone e poter essere usato anche in caso di incendi che, come si è visto anche recentemente, non sono purtroppo infrequenti. Tra le tante attivita’ la “Sagra rustichella”, che si tiene ogni anno ad agosto, evento apprezzato da residenti, emigranti e turisti, attraverso il quale finanziamo il progetto di valorizzazione nella forma sopra descritta”.
“Per questi motivi abbiamo appreso con soddisfazione la notizia della emanazione dell’ordinanza n. 28/2015 “Divieto di pascolo e caccia su aree del territorio comunale percorse dal fuoco” da parte del Sindaco di Cetraro, con cui è stata finalmente manifestata attenzione e sensibilità verso il grande tema della tutela e valorizzazione del territorio e di quest’area in particolare”.
“Cogliamo tuttavia l’occasione per segnalare che l’area di Monte Serra non è funestata soltanto dall’opera dei piromani“, ma anche di incalliti vandali, che si adoperano scientificamente e ripetutamente nel deturparla e devastarla in vario modo.
“Prima dell’incendio del 7 luglio scorso, in data 12 aprile 2015, due di noi, svegliatisi di buon mattino per andare a ripulire il sentiero dell’Avis dalle erbacce in vista della bella stagione, hanno trovato la staccionata quasi del tutto divelta, le piantine sradicate, l’invaso in cemento vuoto d’acqua e pieno di detriti ed erbacce e le tubature dell’acqua spaccate. Non possiamo non evidenziare che, se i vandali non avessero devastato l’invaso e le tubature, lo scorso 7 luglio saremmo stati in grado di intervenire sull’incendio, che invece abbiamo dovuto guardare impotenti in compagnia dei vigili del fuoco, i quali peraltro non hanno mosso un dito perché (così hanno riferito!) non c’erano vite umane da salvare o abitazioni da scampare alle fiamme; ringraziamo invece il Corpo Forestale dello Stato che ha inviato una squadra a terra ed un elicottero per domare le fiamme.
Di fronte a questi fatti è davvero dura continuare a tener vivo l’entusiasmo e la speranza in un futuro migliore. Ciò che sconcerta e addolora sono le modalità stesse dei danneggiamenti, che denotano una precisa volontà di nuocere da parte di chi li ha perpetrati. Non siamo di fronte alle bravate di adolescenti sfaccendati, bensì a delitti di delinquenti incalliti. Se si vuole danneggiare una condotta d’acqua si possono colpire i tubi con una spranga o con una pietra. Ma se si posiziona un masso sotto un raccordo di tubi e poi vi si picchia sopra con altri sassi per avere la certezza di procurare un danno non riparabile, si sta dando un altro e ben più grave messaggio di vera e propria intimidazione: si sta dicendo ai volontari di girare al largo perché la loro opera non è gradita! La cieca violenza di gesti del genere è inquietante e deve preoccupare tutti, perché sta ad indicare non tanto e non solo che il bene comune non ha amici, ma che ha addirittura degli acerrimi nemici!
Facciamo pertanto appello a tutti i cittadini, affinché vigilino e segnalino questi atti di delinquenza e di vigliaccheria, nonché a tutti gli Organi ed Istituzioni preposti alla tutela del territorio (Sindaco, Polizia Municipale, Corpo Forestale dello Stato, Carabinieri, ecc.), affinché mettano in campo strumenti efficaci atti a prevenire simili scempi e ad individuare i colpevoli ove si verifichino comunque.
Auspichiamo che la buona volontà e l’opera di tutti smentiscano l’assunto di Benedetto Croce, secondo il quale il Meridione d’Italia sarebbe ‘un Paradiso abitato da diavoli’.”.