Come già vi avevamo informato, il 24 febbraio scorso, presso l’Aula Magna dei Licei di Cetraro, si è svolto il dibattito “Le Invasioni Piratesche nel Mediterraneo. Il caso di Cetraro“.
Fortemente voluto dalla professoressa Giovanna Renella e dalla dirigente Maria Grazia Cianciulli, all’incontro era presente – tra gli altri – anche l’Assessore alla Cultura del Comune di Cetraro Fabio Angilica, che in merito ha dichiarato: “Lunedi abbiamo scritto un’altra bella pagina di cultura e storia locale. Nell’Aula Magna dei Licei di Cetraro si è tenuto un convegno-dibattito su un argomento capace ancora di affascinare le nuove generazioni proprio per quell’alone di mistero e leggenda che esso riveste: le invasioni piratesche nel Mediterraneo e a Cetraro nel XVI secolo“.
“Dall’incontro, cui hanno dato uno speciale contributo le relazioni dell’Arch. Carlo Andreoli e del Prof. Rocco Giurato – continua l’Assessore -, sono emersi particolari aspetti e curiosità sull’invasione di Cetraro del 1534 ad opera di Ariodeno Barbarossa che oltre a devastare il territorio e saccheggiare le chiese, provocò l’eccidio di decine di cetraresi che tentarono la fuga nell’entroterra; un evento tragico che spense per sempre le speranze di grandezza di una cittadina all’epoca tra le più importanti del mezzogiorno proprio per la sua straordinaria vocazione marinara“.
“Ma il valore aggiunto di questo importante dibattito, – sottolinea Angilica – che nel mio intervento ho voluto esplicitamente mettere in risalto, lo ha rappresentato il relatore protagonista del convegno, che ha presentato, proprio nel Liceo che lo ha visto conseguire il diploma qualche anno fa, la sua tesi di Laurea su questo argomento davvero originale: il Dr. Umberto Tundis“.
“Un giovane – rimarca – che rappresenta non solo la voglia di riscatto di tanti ragazzi che caparbiamente hanno scelto Cetraro come luogo in cui vivere e costruire il proprio futuro, ma soprattutto una scommessa vinta da una intera comunità che ha deciso di investire in cultura e che è capace di rigenerarsi nella bellezza di una nuova classe dirigente, colta e preparata, che ha a cuore le sorti della città in cui vive“.
“È anche questo – conclude Angilica – un modo per contribuire alla crescita comune nella consapevolezza che attraverso la cultura si possono ancora scrivere pagine preziose per il futuro della nostra cittadina“.