Incontri, discussioni e tavoli di concertazione hanno contraddistinto la politica degli ultimi mesi, impegnata in una “cervellotica” strategia di riposizionamento delle tanto aspirate “sedie”.
Scenario da Basso Medioevo, nel quale, si sapeva che la guerra tra Guelfi e Ghibellini era finita già da un po’ di tempo, ma non ci aspettavamo che la stessa si potesse evolvere fino a tal punto (probabilmente l’influenza fiorentina degli ultimi tempi non è stata del tutto positiva). Una contrapposizione netta tra Guelfi bianchi e Guelfi neri impegnati, questa volta, in una “guerra dei poveri” dove il semplice oggetto del contendere è un assessorato piuttosto che una delega, su uno scacchiere ormai povero di valide pedine con un Papa ormai facilmente ricattabile.
Situazione indegna, che come nei tempi ormai passati, qualifica bene i personaggi. L’inadeguatezza, la scarsa lungimiranza e il totale disinteresse verso quel compito che a loro è stato assegnato, ha determinato il completo sfilacciamento del tessuto sociale e produttivo di questo nostro amato paese. Oggi nelle “sale del potere” non si discute più dell’avvenire dei propri cittadini, ma solo ed esclusivamente dell’interesse di pochi o meglio dei soliti noti.
Si è ritornati pericolosamente in periodi bui, dove non c’è più distinzione tra i reali diritti e i reali doveri, dove quella rete di CLIENTELISMO si allarga sempre più, dove si giudica la caratura di un personaggio politico su “quante persone riesce a sistemare” e non su quanto realmente può dare in termini di sviluppo per la propria comunità. Una degenerazione pericolosa, ma al contempo veloce, di cui conosciamo già le terribili conseguenze e che di sicuro non arrecano sollievo ad un’economia già duramente colpita dalla crisi.
Un’oligarchia che non riesce a fare rinunce ma allo stesso tempo chiede sacrifici ai propri cittadini, che si permette il lusso di poter perdere mesi su strategie che sinceramente al popolo cetrarese poco importano.
Sentiamo l’obbligo morale di ristabilire quello che è il primato della politica.
Noi di Futuro per Cetraro, e rivolgiamo questo appello a tutti i giovani e meno giovani, non possiamo continuare ad accontentarci del “meno peggio”. Come ad ogni problema c’è una giusta soluzione.
Non ci interessano le strategie, le “manovre di palazzo”, a noi interessano i CETRARESI.