Ci sono ansie e timori, ma anche richieste di trasparenza e di connettività. Vi spieghiamo com’è cambiato il nostro modo di vivere la tecnologia.
La pandemia ha cambiato il modo di vivere degli italiani. Come lavorano, come studiano, come cercano le notizie e anche come si divertono. “A cambiare è il concetto stesso di tempo libero – spiegano dal sito web InfoCasino.it – se prima infatti eravamo meno tempo a casa, a partire dal periodo delle quarantene abbiamo sviluppato un nuovo rapporto con i passatempi, gli hobby e il gioco. Anche quello su internet”. La nostra vita è infatti sempre più online, sempre più smart, sempre più connessa. Il periodo di lockdown e il Covid 19 hanno infatti aumentato il nostro bisogno di connettività ma, allo stesso tempo, hanno creato preoccupazioni, ansie e timori legati al digitale.
Lo dimostra l’EY Digital Home Study, una ricerca internazionale condotta ad ampio spettro per mettere in luce come sono cambiati i comportamenti e le attitudini dei consumatori verso tutto ciò che è media, tecnologia, telecomunicazioni. Settori dove c’è una richiesta crescente soprattutto di trasparenza. “La pandemia ha accelerato sensibilmente i processi di digitalizzazione nel Paese portando a sperimentare i benefici e le sfide della connettività, oggi più che mai anche nel contesto domestico – ha spiegato Irene Pipola, Partner EY, Responsabile consulting per il settore TMT – Attività e servizi digitali come smart working e videocall, che molti di noi hanno sperimentato per la prima volta durante il lockdown, continueranno a essere richiesti e utilizzati in futuro, anche se probabilmente in misura minore”.
Altro aspetto fondamentale è la digitalizzazione: la crescita dei servizi online ha amplificato certe paure e preoccupazioni, soprattutto quelle legate a possibili violazioni della privacy e all’impatto delle tecnologie sul proprio benessere psicofisico. E a rispondere, in questo senso, devono essere tutti i settori. A partire da quello che sembrano i più innocui, come quelli relativi al divertimento. “Il settore del gambling è da sempre all’avanguardia da questo punto di vista – sottolinea la redazione di infocasino – la cyber security per quanto riguarda le transazioni economiche o il rispetto dei dati degli utenti è un mantra di tutto il settore”.
La cultura digitale del futuro dovrà rispondere anche a un timore. Quello che il mondo tecnologica possa portare disuguaglianze, ingiustizie sociali e perdita di posti di lavoro. Lo pensa il 65% degli italiani, secondo quanto riporta il Digital Transformation Institute, la prima fondazione riconosciuta di ricerca in Italia sulla sostenibilità. Rispondere a queste domande permetterà di migliorare la cultura digitale del futuro.