Du spitali vue’ saluta?

Cosi recitava un vecchio detto popolare Cetrarese, poi nel tempo questa massima è stata superata dall’impegno di medici e paramedici, dalla tecnologia che ha fatto passi da gigante e dalle strutture immense che da lontano sembravano alberghi. La sanità Italiana era la migliore al mondo fino a 20 anni fa, poi progressivamente è calata anche se fino a 10 anni fa ha continuato a reggere.

SanitàOggi la sanità è in crisi profonda, perché si è cominciato a trasformare gli ospedali, che dovrebbero essere dei luoghi ospitali, in aziende, dove l’interesse non è più la salute della collettività, ma il fatturato. L’azienda prevede un guadagno, e l’obbiettivo viene raggiunto dal rimborso a prestazione, questo accade sia nel pubblico che nel privato convenzionato. In questo modo l’interesse del medico o della struttura non è che la gente stia bene ma quante prestazioni si fanno. Hanno introdotto i rimborsi a prestazione, i ticket, calpestando anche in questo campo la costituzione. Per migliorare questo settore basterebbe cominciare col rispettare la costituzione.

La sanità costa 115 MLD all’anno, 30 di questi vanno in profitti, nelle tasche di investitori privati, o sprechi e ruberie nelle aziende cosiddette pubbliche. Con 30 MLD all’anno spesi in modo oculato, la sanità si potrebbe riportare agli antichi splendori, investendo in ricerca, migliorando le strutture, pagando meglio gli infermieri, che spesso hanno stipendi da fame. I soldi per tutto questo ci sono, basterebbe non rubarli. La sanità privata non deve ricevere nemmeno un euro dallo stato, vogliono il mercato? lo facciano con i loro soldi! Tutti dicono di volere meno stato e più libertà di mercato, ma poi la prima cosa che chiedono è quella di essere convenzionati. In sintesi le spese devono essere pubbliche, mentre i guadagni strettamente privati.

L’ospedale di Cetraro è una struttura immensa, situata in un posto bellissimo. Chiunque guarda da fuori, da lontano, non può che esclamare PERO’!! Ma avvicinandosi ci si accorge che le erbacce hanno infestato alcuni padiglioni, il rivestimento cade a pezzi, alcuni vetri sono rotti e tanti reparti specialmente nei piani alti sono vuoti. Nel tempo tanti settori sono stati trasferiti, ovvero “scippati” a Cetraro, per essere portati in strutture ancora peggiori, addirittura minacciate da frane! Il personale secondo le RSU è ridotto all’osso. Per aver diritto ad esami o a qualsiasi prestazione, bisogna essere fortunati, le probabilità sono simili a quelle del lotto, al CUP bisogna indovinare il giorno giusto, perché spesso pare che manchi la linea e quindi non si possono fare prenotazioni; le liste di attesa poi, variano da qualche mese a qualche anno, spesso più è grave la presunta patologia, maggiore è l’attesa! Chi ha bisogno di cure, pur avendo diritto alla gratuità totale o parziale, deve mettere mano al portafogli e pagare le prestazioni quasi sempre rigorosamente in nero! Chi non ha possibilità, e sono sempre di più, aspetterà il sospirato momento, magari per tutta la vita! In pratica oggi un povero non ha realmente accesso alle cure mediche gratuite. Di tanto in tanto per placare gli animi dei cittadini esasperati, o in prossimità di elezioni, cominciano le processioni di politici e  sindacati che sono causa di tutto questo, ma fingono un interesse palesemente forzato, dicendo che con il loro impegno i cittadini potranno finalmente usufruire dei servizi sanitari, ma questo accadrà solo se aderiranno a quel sindacato o appoggeranno quel politico che, spesso, è sempre lo stesso  che ha creato il disagio, con qualche legge scellerata. E quando tutto sembra risolto, può capitare che il medico quel giorno non c’è, o che quella macchina non funziona, oppure che c’è, ma come la TAC non si sa dove è stata lasciata da anni, come i giornalisti di SERVIZIO PUBBLICO hanno evidenziato. Allora ecco che l’attesa ricomincia, chissà per quando ancora, spesso si guarisce di più per fede che per le prestazioni mediche ottenute.