Don Russo Volley, la verità dei giocatori

Questa risposta i giocatori la devono a tutti coloro che li hanno sempre sostenuti.

Per giocatori si intendono quelli che sono stati definiti: “disertori, ammutinati, ragazzini capricciosi, irrispettosi, voltafaccia e vigliacchi“. Nello specifico sono: Bencardino, Cesareo, De Paula, Del trono, Fedele, Gagliardi, Grosso, Iorio, Leporini, Martilotta, Nervino, Perrone e Picarelli.

Iniziamo dalle origini, nel mese di settembre accolto a braccia aperte come è costume della volley cetrarese, arriva il mister John Serpa. I malumori però non tardano ad arrivare, le scelte discutibili nell’ambito sportivo e privato del tecnico iniziano a creare le prime spaccature nella squadra.

A causa di queste circostanze iniziano le riunioni e le relative divergenze con la società, che si astiene dal sostenere i giocatori. A dimostrazione di ciò, durante l’anno ci sono anche docce fredde e spostamenti delle partite già in calendario all’insaputa dei giocatori.

Il fondo sembrava essere stato toccato nella finale di coppa Calabria quando sul memorabile 18-24 per decisioni opinabili, la squadra avversaria rimonta e vince. In questa occasione Mister Serpa diserta la premiazione, violando cosi le regole morali che un allenatore dovrebbe impartire. Presidente e dirigenti ancora una volta non prendono provvedimenti, anzi di fronte all’amarezza dei giocatori la società dice che, se non avessero condiviso questa situazione avrebbero potuto guadagnare l’uscita.

Continuiamo a tollerare ingiurie e offese mosse dall’allenatore durante partite e allenamenti,in casa e fuori. Come la rissa sfiorata a Catona. Tali comportamenti rivolti anche agli arbitri verranno poi puniti con provvedimenti federali.

L’ allenatore sarà presente alla gara 1 della semifinale solo per una svista della dirigenza,in quanto lo stesso era squalificato, e se la squadra avversaria avesse fatto ricorso,da regolamento era prevista la ripetizione della partita vinta 1-3.

Non solo silenzio dai parte dei dirigenti, ma sostegno morale all’allenatore. La squadra persevera nel suo attaccamento alla maglia e, a Cetraro. L’apice o la goccia che fa traboccare il vaso non è, come detto, la mancanza della nomina di capitano a Stefano Leporini, visto che la partita in questione è stata giocata regolarmente, ma l’ennesima dimostrazione di indifferenza da parte del gruppo dirigente. Il quale ancora una volta lascia libero arbitrio all’allenatore che decide di assegnare o togliere la fascia di capitano, udite udite… per scaramanzia.

Voci di corridoio invece attribuiscono tale scelta al famoso cambio (Alfredo Stefano – Giovanni Grosso) effettuato a opera di Stefano Leporini, d’accordo con i giocatori e in presenza del presidente Alberto Pettenati nella partita del 7 maggio.

Questo è un breve e sincopato riassunto di quanto accaduto in un lungo anno di sacrifici, sudori, scelte difficili e grandi dubbi. La squadra ci tiene a fare chiarezza per chi ci ha messo la faccia come i giocatori, per tutti coloro che ci hanno sempre sostenuto.
Questi chiarimenti sono indirizzati a tutte le persone che non avevano compreso quanto accaduto, e soprattutto a coloro che si sono permessi di utilizzare il mezzo stampa o Facebook per fare illazioni e offese.

Ci teniamo a precisare, inoltre, che siamo uomini e padri, con una dignità da difendere e non ragazzini in cerca di gloria. Ci teniamo anche a sottolineare l’impegno profuso da tutti i giocatori provenienti dai paesi limitrofi che hanno contribuito fortemente alla crescita e all’arricchimento della squadra, impegno dettato solo ed esclusivamente dall’amicizia e dalla passione, senza mai aver percepito compensi di natura economica (se non il solo rimborso benzina).

Il nostro rammarico più grande è quello di non aver giocato la finale di gara 1 nelle condizioni ottimali date le circostanze. In ogni caso, non ci sentiamo di aver deluso i tifosi, semmai di aver dimostrato correttezza e rispetto, visto che la società sapeva che la squadra titolare non si sarebbe presentata in gara 2,nonostante l’ intenzione del presidente Pettenati di sollevare dall’incarico l’allenatore. A tal proposito parte della squadra ha restituito la divisa prima della partita come richiesto dai dirigenti.

Questi sono una parte dei fatti che ci hanno portato a tale scelta. Se qualcuno si è offeso, ci dispiace, ma non ci sono vittorie, che possano valere, quanto il rispetto per l’individuo e l’amicizia.

Aggiungiamo inoltre che siamo disponibili a qualsiasi chiarimento come è già stato fatto con l’assessore allo sport del comune di Cetraro, il quale era stato tirato in causa nell’articolo del Quotidiano uscito lunedi 22 maggio. Grazie a tutti coloro ci hanno sostenuto e continueranno a farlo.