Noi, Leonardo Iozzi e Alessandra Garozzo, con piacere, annunciamo, con largo anticipo, ai lettori che stiamo lavorando a un saggio su alcune chiese di Cetraro.
Il lavoro, iniziato da tempo con ricerche presso l’Archivio di Montecassino, non è di facile composizione perché richiede, oltre alla trascrizione di tanti documenti, la traduzione degli stessi. Sicuramente, il saggio aiuterà a ridurre le ombre esistenti sull’origine temporale delle chiese e sulla loro storia.
Nel progettato lavoro confluiranno tutte le ricerche sulle chiese già effettuate da uno di noi, Leonardo Iozzi, che il lettore può trovare nei saggi: “Possedimenti e chiese cassinesi in Calabria” (1981), “Cetraro: Terra nullius dioecesis” (2003), “Cetraro – Notizie storiche” (2007).
In questo articolo ci soffermeremo sulla chiesa dell’Annunziata de Giuso (Juso, Jusu) detta anche della Porta di Basso o dell’Ospedale. Le notizie costituiscono uno stralcio del menzionato lavoro.
Il 16 settembre 1461 “Antonio degli Andreotti da Velletri, canonico di Velletri, dottore in ambo le leggi, vicario generale di Ludovico card. di S. Lorenzo in Damaso etc., commendatario di Montecassino, e da lui deputato speciale per il conferimento dei benefici, concede a d. Nicola del Gaudio da Cetraro la chiesa di S. Maria Annunziata presso le mura di Cetraro, vacante per la rinuncia di d. Ruggero Casino da Cetraro, liberamente fatta nelle mani di d. Nicola Carlino da Cetraro ivi vicario spirituale” (Leccisotti – Avagliano, I Regesti dell’archivio, vol. IX).
Nel contempo, venivano concessi al nuovo rettore tutti i diritti spettanti e pertinenti a detta chiesa, ossia emolumenti, rendite, frutti e altri onori e oneri.
Nell’Archivio di Montecassino, non abbiamo consultato il documento originale in pergamena, ma le sue più maneggiabili copie che si trovano nello stesso archivio cassinese, ossia nel Iurium Abbatis etc. (vol. I) e in una raccolta di fascicoli con il titolo “Commissioni e collazioni”.
Nel “Iurium Abbatis etc.”, oltre alla copia del documento, si trova anche un riassunto del contenuto del documento stesso: “Si porta collazione della chiesa di S. Maria Annuntiata del Cetraro fatta per il Vicario Generale di Ludovico Cardinale Camerlengo, et Commendatario Cassinense in persona di D. Nicola del Gaudio (nel documento in latino: de Gaudio, traduzione del cognome cetrarese: di Gioia) vacante per libera rissegna di D. Roggero Casino in mano di Nicolao Carlino Vicario in spiritualibus del Cetraro”.
Probabilmente, il Casino era vecchio ed aveva goduto del beneficio per diversi anni. Don Nicola del Gaudio veniva descritto come un uomo pieno di virtù e di meriti.
Da questo primo documento, si apprende che la chiesa di S. Maria Annunziata nel 1461 esisteva da tempo e che si trovava presso le mura. Probabilmente, è indicata l’ubicazione presso le mura per distinguerla da un’altra coeva chiesa detta dell’Annunziata della Porta di mare, che, tra l’altro, non era molto distante dalle mura di Cetraro. Per tale ragione, Montecassino ci ha tramandato i nomi di S. Nicola in piazza e “S. Nicola de pedi la petra” (nonché di Giorgino, di Tolentino, de la Foggia), S. Giovanni del Canneto e S. Giovanni della Pantana, S. Maria della Scosa, S. Maria di Pargelia e S. Maria del Piano.
Poiché le mura, seguendo un percorso antiorario, andavano dalla Rupa di sopra (rupa: luogo d’immondizia) fino alla Porta di Sopra, passando per la “Rupa di sotto, il Cannone-Pozzo e Porta di Basso, si cercherà di stabilire, pur con possibili errori, a quale tratto delle mura fa riferimento il documento.
Da un secondo atto del 7 maggio 1497, si appende che il beneficio della chiesa di S. Maria Annunciata de Giuso (Juso), nel castro di Cetraro, vacante per la morte di don Antonio Guilloti (sic), veniva conferito a d. Giacomo (Jacobo) Balba da Carlo Orfeo de’ Medici, luogotenente generale del cardinale Giovanni de’ Medici, governatore e commendatario di Montecassino.
Nel 1522, dopo la morte di Iacobo Balba (Barba), venivano conferiti due benefici, entrambi col nome di chiesa dell’Annunziata. Con la prima collazione, del 3 gennaio 1522, la chiesa di S. Maria dell’Annunziata della Porta di Mare veniva assegnata a d. Berardino (Bernardino) Abramante ed era una concessione del padre d. Mauro da Cremona, decano cassinese, e la seconda, invece, del 26 dicembre 1522, riguardava d. Berardino (Bernardino) de Matthia.
Così il de Matthia veniva nominato cappellano dai procuratori della “Chiesa et Hospitale della Nunziata del Cetraro”: “inferioris nomine suo” (L. Iozzi, Cetraro – Notizie storiche, pp. 60-61, 2007). Giacomo Balba deteneva i benefici di entrambe le chiese. Nel documento è detto che la chiesa e l’ospedale erano stati edificati da Antonio de Andriotta (un nobile cetrarese a cui la nostra università, nel 1419, diede l’incarico di trattare, assieme ad Agostino Scarso e al prete Nicola di Fonzio, gli affari della nostra comunità con l’abate di Montecassino). Il prezioso documento precisa che il cappellano, in quella chiesa, amministrata e servita, doveva celebrare, come da testamento, due messe settimanali per il defunto Antonio de Andriotta.
La detta chiesa ed ospedale, come è precisato nei documenti, erano nella zona della Porta di Basso e presso le mura. Le mura, ben conservate, sono quelle che, ad iniziare dalla fine di via Carlo Pancaro, oggi, segnano il limite del giardino della famiglia De Caro.
Nel 1565 (Iurium Abbatis etc., t. II, p. 248), i due benefici ecclesiastici, menzionati con i nomi di “Sancte Marie Nunciate” del Porto e “Sancte Mariae Nunciate que dicitur di la porta di bascio”, erano detenuti rispettivamente da d. Giovanni Yeie (sic, ma Yoia, Gioia) e da d. Benedetto de Simone.
Presso la Porta di Basso, nel 1585, Albenzio de Rossi, fece edificare una casa, ossia un ospizio per i poveri, e una chiesa o cappella detta della santissima Trinità (vedi sintesi documento in Regesto Vaticano di F. Russo). L’agiografia ha trasformato l’ospizio per i poveri in ospedale non tenendo conto che l’ospedale, per merito di Antonio de Andriotta, esisteva da circa un secolo e mezzo. Si precisa che anche dopo il 1585 si cita un solo ospedale. In un documento del 1588, si parla della “cappella dell’ospedale” come uno dei luoghi sacri serviti a rotazione dai preti.
Va detto che la chiesa dell’Annunziata della “porta a mare” o “del porto” è citata anche in tanti documenti del secolo XVII. Alla menzionata chiesa, auspice il compianto amico preside Raffaele Crudo, la seria professoressa Anna Vattimo ha dedicato, nel 1997, un prezioso saggio.
La chiesa dell’Annunziata con l’ospedale, detta anche “della porta inferiore o di bascio” o di Juso, probabilmente, era dove ora si trova l’accesso al giardino (Via S. Croce) attiguo al palazzo del defunto Diego De Caro.
Proprio accanto alle mura, a circa un metro, si trovano vari ruderi e muri con segni di pittura (affreschi?), che potrebbero essere i resti della medievale chiesa.
L’ospedale, probabilmente, era costituito dall’edificio posto dirimpetto, ossia dalla casa dove, negli Anni Sessanta, abitavano Santo Lanza e la famiglia Mauro. Questa palazzina, come tante altre, tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, ha subito la trasformazione del soffitto in un nuovo piano con camere. L’entrata, dal lato monte, presenta delle particolarità che non rispecchiano caratteristiche di una comune casa del popolo. Detta casa, posta su una rampa, presentava due piani distinti ma entrambi i piani, con ingressi opposti, situati a pian terreno; il primo piano era seminterrato dal lato monte.
Noi autori di questo articolo, nel 2011, abbiamo effettuato, ai probabili ruderi della chiesa, una serie di fotografie, di cui forniamo alcuni particolari, unitamente alla casa che verosimilmente costituiva l’ospedale. Le nostre congetture, pur attendibili, non sono verità e inoltre sappiamo che le risposte spettano all’archeologia.
Nel 1595, a causa della morte di Marchione di Simone, diversi benefici ecclesiastici, fuori e dentro le mura di Cetraro, passarono al chierico Luca di Simone. Tra i detti benefici figura anche quello della SS. Annunziata della Porta inferiore (Porta di basso).
Una delle foto riguarda l’ingresso al giardino De Caro, ma potrebbe essere l’ingresso alla chiesa medievale.
In un’altra foto si notano tre muri, quello esterno è il muro del giardino del defunto Salvatore Matta, quello intermedio faceva parte della mura di Cetraro e quello interno, con vecchie pitture, potrebbe essere il muro interno della chiesa. Nella foto riguardante la porta di Mare, si rilevano i mulini, la porta di Mare vera e propria, la chiesa dell’Annunziata del porto e le mura nella zona della “Rupa di sotto”.