Cetraro, un paese trasparente…

A Cetraro tutto è trasparente: il lavoro, l’Amministrazione, il malaffare, la povertà, la protesta, i giovani e i cittadini. Tutti trasparenti e invisibili. Le bollette e le cartelle di Equitalia no. Quelle sono opache e visibilissime, e non basta che sia tu ad essere trasparente, loro ti trovano lo stesso, ovunque e comunque.

CetraroMa poi, oggi, qual è il vero significato della trasparenza? Beh, esattamente come in passato, vuol dire guardare oltre, scrutare al di là di qualcosa, attraversare con lo sguardo l’invisibile, penetrare ciò che è nascosto agli occhi dei più. E nel nostro caso, dei cittadini!

Ecco perché le amministrazioni pubbliche si dichiarano trasparenti. Ma qualcosa di oscuro, per me, rimane sempre… Chi sa dirmi di preciso cosa accade nei meandri della dirigenza? Come mai, ad esempio, nel Pubblico tutto costa molto più che nel Privato? Certo, il Comune mette tutto online per essere trasparente: delibere e bilanci. Ma i soldi spesi in maniera trasparente, accompagnati magari da cartelle che dovrebbero essere zeppe d’informazioni, come mai sembrano celati da un alone di mistero? Come mai sono quasi “trasparenti”? D’accordo, in questo caso, parliamo di un altro tipo di trasparenza: di quella effimera, che non è sinonimo di lucentezza, ma di scarsità.

Tutti i sindaci, poi, si spendono (e molti a parole!) come, in modo trasparente, effettuano manutenzioni e lavori pubblici per cambiare in meglio il volto del loro paese. Ma, come le parole, anche la manutenzione e i lavori spesso risultano trasparenti, quasi invisibili. E, il più delle volte, restano a metà. Provate a fare un giro da Maratea a San Lucido: solo Guardia non ha un lungomare. Cetraro ne ha tanti. O meglio, tanti pezzi…

Anche l’importantissima manutenzione degli acquedotti è trasparente. Come le ordinanze e le revoche della potabilità dell’acqua, che di tanto in tanto si intravedono.

Spesso anche l’acqua è trasparente. Soprattutto d’estate, e specialmente nelle contrade, ormai relegate a serbatoi di voti, di destra e sinistra.

Girando per il paese non si vede un solo cantiere edile. E non parliamo di industria, che non c’è mai stata (fatta eccezione per la Faini, poi ex, che in modo trasparente è stata fatta sparire). Come i tanti laboratori tessili che davano lavoro a oltre 600 persone, portando a Cetraro, ogni mese, 500 milioni di vecchie e care lire (ah, un bacio alle lire!).

Anche il lavoro nel nostro paese è trasparente: non si vede, non c’è. La politica, però, si vede benissimo. E sua l’azione è molto trasparente.

Il malaffare è invisibile, ma molto tangibile.

La povertà è trasparente: si sa che c’è, che è tanta, si sente, ma non si vede. E qualcuno finge di non vederla…

Ma quello che è peggio è che anche la protesta è trasparente, impalpabile. La gente ha rinunciato a lottare, ad avere i propri diritti, alla propria dignità: ha rinunciato alla vita.

Il Centro per l’Impiego è trasparente. Sono andato a chiedere delle statistiche inerenti la disoccupazione, ma niente! Per avere i dati bisogna presentare domanda scritta, e motivarla. Questa va poi inoltrata all’Osservatorio sul lavoro, e se questo lo ritiene opportuno, allora si ottengono i dati. Mah…

I giovani di Cetraro, poi, sono addirittura cristallini. Va bene, la disoccupazione nelle nostre zone va dal 62% al 68%, ma questa non è una giustificazione! Io me li immagino tutti seduti sulle sponde di un fiume (magari il nostro) che aspettano di veder passare il proprio cadavere perché, nel frattempo, ne sono passati tanti, di cadaveri: operai, commercianti, artigiani, tessili, contadini, ma anche informatici e tecnici di vecchie generazioni, gli stessi che hanno dato tutto per assicurare un futuro ai propri figli, ai tanti giovani del passato. A quei ragazzi, in pratica, che giovani – forse – non lo sono mai stati!