Sono tre titolazioni di messaggi dati sul Web, nei giorni scorsi, dall’assessore al Turismo del nostro Comune che, con ispirazioni barocche, mira soprattutto a colpire l’attenzione della gente con effetti scenografici ed illusionistici.
Ricordandosi, dopo tre anni di legislatura, di essere stato investito della delega assessorile al Turismo, annuncia, rispettivamente, l’apertura di un chiosco sul lungomare di Borgo San Marco, la sua proposta di un protocollo di intesa con i colleghi di Acquappesa e Guardia Piemontese per interscambi turistico-culturali, l’adesione del nostro Comune ad un Concorso chiamato Circuito Nazionale dei Comuni Fioriti, che dovrebbe spronare la nostra città ad una sana competizione con altre, per un maggior decoro del verde e delle fioriture pubbliche e private.
Ma di cosa parliamo?
Sono, queste, le ricette che l’immaginifico assessore mette in campo, sia pure dopo tanto tempo, e non ne conosciamo altre, per attrarre l’attenzione di probabili turisti? Ma cerchiamo di affrontare con serietà lo stato dell’arte che riguarda questo vitale settore della nostra città!
Partiamo dall’Imposta di Soggiorno che l ‘assessore, insieme alla sua maggioranza, ha approvato in data 4 marzo 2018. È cosa razionale e giovevole imporre il pagamento di una tassa, qualsiasi sia l’entità, ad un sempre più esiguo numero di villeggianti che decide di trascorrere le sue ferie estive nella nostra città? Le eventuali entrate per il nostro Comune, pensate per far sostenere l’onere, ai turisti di breve transito, di qualche fiore da mettere nelle aiuole cittadine o di finanziare qualche concertino notturno, equivalgono all’immagine di una città finanziariamente competitiva e appetibile? Con esattori bizantini al posto di albergatori, di suore, di proprietari di B&B?
I luoghi di maggiore affluenza turistica, come i due lungomari di Borgo san Marco e di località Lampetia, a pochi mesi dall’inizio della nuova stagione, si presentano, ad oggi, in condizioni di abbandono o in stato cantieristico, che non fanno presagire niente di buono. Da una parte, palme secche, aiuole abbandonate, sabbia sui tracciati pedonali e muri sventrati da vecchie e recenti mareggiate. Dall’altra, sembra senza alcuna prospettiva di definizione immediata il lungomare di località Lampetia, pure interessato dall’invasione del mare ma, anche, da lunghe interruzioni dei lavori che potrebbero compromettere la sostenibilità ricettiva di quei luoghi. Il servizio di raccolta dei rifiuti, in ottica soprattutto turistica, è, oggi, sotto gli occhi di tutti. Il servizio idrico, nelle località di più alta concentrazione turistica durante la stagione estiva, non ha avuto alcun intervento di potenziamento.
Le vie del centro storico sono abbandonate a sé stesse e senza fine sembrano essere i lavori di via Luigi De Seta, approntata da mesi con delimitatori pedonali di fortuna e percorribile attraverso un corridoio di accesso che reca vergogna ad un centro storico che viene sempre indicato come fiore all’occhiello di attrattiva turistica. Le uniche cose certe, perché già sperimentate nella passata stagione, sono le ideazioni dell’assessore, riguardo al richiamo turistico delle «patate di sant’Angelo» e del giuoco della «morra».
Non siamo a conoscenza delle somme previste, nel prossimo Bilancio di Previsione, per tale settore, al netto di qualche intrattenimento culturale o qualche concerto jazzistico. Conosciamo l’insofferenza di questa amministrazione quando non condividiamo l’“eccelsità” delle sue scelte!
Ma ciò non ci preoccupa molto.
Ci preoccupa, al contrario, l’evanescenza e la nullità di trovate che si vogliono far passare come rimedi taumaturgici al male di una città che non riesce a trarre alcun valore dalle sue risorse, nel mentre chi ha il dovere di guidarla verso il bene e la ricchezza indica, costantemente, il suo dito e non la luna, che viene immediatamente dopo.
Roberto Ricucci, Uniti per Cetraro
Comunicato stampa