Troppi punti interrogativi nel titolo? Sì, è vero. Troppi! Ma visto l’evolversi della vicenda in divenire e il miscuglio di pareri personali su fatti che si tuffano nell’incertezza e nella soggettività, diciamo che sono necessari!
Come raccontarvi questa storia? Beh, lo faremo come sempre senza esprimere pareri personali, ma riportando i fatti. E lo faremo come si fa nei thriller: partendo dal “centro”, catapultando il lettore – in altre parole – direttamente nel bel mezzo dell’azione. Prima di iniziare, tuttavia, è necessaria una precisazione. Il tema, nonostante il racconto “romanzato”, è serio e non va affatto preso sottogamba! E tra poco capirete il perché. Iniziamo con un titolo, quindi.
Il prete, il politico e Schopenhauer
Siamo a Cetraro, una “ridente (?) cittadina della costa tirrenica”. E precisamente sul Monte Serra, un rilievo che sembra proteggere tutta la città, un posto eccezionale, dove c’è una vista meravigliosa e tutto il paese è sotto gli occhi di chi va lì per passare una giornata all’aria aperta e, perché no, far visita allo splendido Santuario della Madonna della Neve.
È un bella giornata di sole e, sul monte, c’è quella che sembra una festicciola. Uomini e donne si sono riuniti e banchettano in allegria. Ridono e si scambiano battutine briose, sgranocchiando anche qualche leccornia locale. Il profumo delle crespelle, ad esempio, si avverte per tutta la zona. Il vino è buono e scalda le gole di chi è lì per divertirsi. L’aria è fresca e si sta bene.
Quasi nello stesso momento, però, in un altro punto della città, c’è un signore che riceve alcune foto e le guarda perplesso. Cosa ha visto? Ha visto le immagini di una bacheca. Una vecchia teca di legno a cui è appeso un foglio con un messaggio. “Domenica 14 giugno ore 18.00 presso il monte Serra – c’è scritto sul foglio –, a seguito della celebrazione della Santa Messa, la lista Nuovo Patto per la Città, ed in particolare i candidati della contrada, ringrazieranno tutti voi per il sostegno dimostrato alle ultime elezioni… Non mancate, vi aspettiamo!!!”.
Quell’uomo è Ermanno Cennamo, oggi capugruppo di minoranza per la lista PD-Allenza Popolare per Cetraro, ex vice sindaco e candidato a primo cittadino alle passate elezioni amministrative. Suffragi in cui ha visto vincere per circa 180 voti il suo rivale Angelo Aita e la lista da quest’ultimo capitanata.
Ad Ermanno quelle foto non vanno giù. Pensa che sia “scandaloso” che un parroco “si presti ad ospitare dopo la Santa Eucarestia una manifestazione di ringraziamento di una lista politica”. Apre Facebook e scrive un post dal titolo: “Don Ennio Stamile, un prete neutrale”.
“Alcuni sostenitori – scrive – mi hanno inoltrato queste fotografie, è davvero scandaloso che un parroco, nonché coordinatore della Pastorale di Cetraro, si presti ad ospitare dopo la Santa Eucarestia una manifestazione di ringraziamento della lista Nuovo Patto in uno dei posti più significativi della città. Trovo non corretto ospitare nei luoghi sacri iniziative politiche, seppur di ringraziamento per il risultato elettorale ottenuto. Trovo ancor di più scorretto che queste iniziative si tengano sul Monte Serra che tutti conosciamo come luogo di preghiera e silenzio.
Ai posteri l’ardua sentenza”.
L’attacco è duro. Pesante. E sul social network si scatenano i commenti. C’è chi è a favore di Don Ennio e chi è contro. Chi lo accusa di essere di parte e chi lo difende a spada tratta. Chi gli dice che non è corretto acconsentire ai festeggiamenti organizzati per ringraziare gli elettori del Nuovo Patto per la Città della contrada e chi evidenzia il fatto che lui non c’entri. Alcuni commenti sono di cattivo gusto e insultano il parroco, altri accusano Ermanno di non vedere con i giusti occhi la vicenda. Sta di fatto che Don Ennio, decide di rispondere. E lo fa con una lettera. Una lettera, però, non indirizzata direttamente a Cennamo, ma ad Arthur Schopenhauer.
“Caro Arturo (Schopenhauer),
questa volta sono costretto a non seguire il tuo saggio consiglio: “di fronte agli sciocchi a ed agli imbecilli c’è un solo modo per rivelare la propria intelligenza, quella di non parlare con loro”. Sono costretto dagli eventi a parlare, non per difendere la mia persona, non ne ho bisogno, semplicemente per evitare di peccare di omissione.
LO SCANDALO
Caro Arturo, esiste a Cetraro un personaggio “politico” che ha l’ardire di scandalizzarsi, ma non perché per dieci anni è stato un perfetto assente, non perché non riesce a leggere neanche ciò che scrivono al suo posto i soliti vecchi gufi parlanti che vedono poco, ma parlano e scrivono molto. Ma si Arturo, proprio loro, ricordi, quelli che non hanno avuto neanche gli attributi di affrontare a viso scoperto la questione del “mostro di pittura” e sono ricorsi a compagni di merenda della vicina Diamante. Si lo so Arturo ciò che vuoi dirmi, vuoi rivelarmi subito il paradosso, filosoficamente una sorta di contraddizione in termini: “ma come uno che non sa leggere e che a stento riesce a balbettare per anacoluti (consultare vocabolario) si scandalizza dinanzi ad un manifesto non peraltro scritto da me?”.
Già caro Arturo non ti meravigliare subito, lo so che vuoi tagliare corto dianzi a cotanta idiozia, ma non avere fretta, il bello deve ancora venire. Infatti, dovevo essere proprio rimbecillito, se prima in tante occasioni ho detto, scritto e denunciato che uno dei mali di questa terra di Calabria è che il voto non è libero, andare a manifestare pubblicamente attraverso un manifesto che invece faccio il contrario parteggiando per questo o per quell’altro, per quali interessi poi? Mah!!!
Già proprio così Arturo, è come se su quel manifesto avesse finalmente la prova provata di un mia campagna elettorale fatta a favore di chi ha vinto le lezioni. Si lo so che a volte pretendo troppo, arrivando finanche a attendere che uno che il coraggio di candidarsi alla carica di Sindaco almeno sappia leggere ciò che altri gli hanno sottoposto. Invece no, non è così si spiattella su FB e si commenta gridando allo scandalo. Certo Arturo, non perdere la calma so che ti sto facendo perdere tempo trascinandoti in questa polemica da scaricatore portuense – a Cetraro abbiamo un bellissimo porto che posto per molti – ma devi almeno consentirmi di aggiungere che da queste persone davvero piccine non puoi pretendere il dialogo guardandosi negli occhi. Ci ho provato qualche anno fa in piazza del Popolo a dirgli ciò che pensavo su di lui, liberamente, fraternamente e soprattutto guardandolo negli occhi. Ma che lamentela ne è seguita nei miei confronti sempre tramite altri, mai direttamente. Va bene ho capito per oggi non ti disturbo più è tardi hai sonno, dopo una giornata lunga ed impegnativa ti ho trascinato in questa futile polemica. Ti chiedo scusa! Ma debbo alla fine ricordare a chi scrive senza saper leggere e senza avere la buona creanza di chiedere prima spiegazioni, che un suo sostenitore durante la campagna elettorale mi ha chiesto la sala dell’oratorio di Ceramile, qualora il tempo non avesse consentito di svolgere il comizio nello spazio antistante la chiesa. La risposta è stata come sempre positiva anche in quella occasione, come in altre parrocchie è avvenuto, non ritenendo di aver fatto nulla di straordinario. Certo che accusare me di aver stravolto un luogo di preghiera in luogo di ringraziamento post elettorale sa davvero di assurdo soprattutto perché collegato alla celebrazione eucaristica avvenuta prima. Consentimi una sola ultima domanda, ma dov’era questo signore quando è infuriata lo polemica dell’eremita perché non si poteva più ciambottare in quel luogo? Quali interventi ha fatto, quali opinioni ha espresso? Un’altra domanda, ma giuro che è l’ultima davvero Arturo: ma quante volte si è recato lì a pregare ed a meditare? Conosce la zona? Sa che non ci sono davvero altri spazi pubblici per poter organizzare manifestazioni, e che si è sempre messo a disposizione di chiunque volesse festeggiare?
Ora ti auguro un buon riposo e ti chiedo scusa davvero per il disturbo non posso aggiungere i commenti di chi si è intrufolato, non ne vale la pena tanto sono squallidi e cafoni. Però consentimi di ritornare a chiamarti in causa domani mattina nuovamente. Non con lo steso personaggio ma con il suo giovane compagno di avventura nello stesso partito, nella stessa opposizione. Un giovane che si permesso il lusso anche lui intervenire accusando – udite udite – di mediocrità.
Buona notte a domani caro Arturo”.
Don Ennio scrive ad “Arturo”, ma – probabilmente – si riferisce a proprio a Cennamo e, nelle ultime righe, al consigliere di minoranza Carmine Quercia che, sempre su Facebook scrive: “Non si può strumentalizzare il sentimento religioso di tanti cittadini, che si ritrovano coinvolti in mediocri operazioni politiche di facile propaganda. Una maggioranza qualificata non può scendere a questo livello ed i consiglieri avrebbero fatto bene ad organizzare altrove il ringraziamento agli elettori”.
La reazione della città è tanta: commenti, pareri, denunce. “Don Ennio è di parte”, “la religione fa politica da sempre”, “Don Ennio non si tocca”, “lui non c’entra” e così via.
Nel frattempo, in ogni caso, il parroco risponde ai commenti dei suoi amici sul Web e una risposta in particolare colpisce tutti.
Al messaggio di una sua amica che scrive “Non capisco molto di tutto questo ma una cosa mi è chiara. È ora che te ne vai dalla Calabria e usi la tua intelligenza e i tuoi carismi per cose più grandi che per persone piccole”, lui risponde: “Già deciso da tempo cara [..] attendiamo solo il corso di alcuni aspetti burocratici che da qui a breve dovrebbero concludersi. La decisione ovviamente è presa da tempo e non è affatto collegata ai fatti in questione. Grazie e buona giornata”.
Una vicenda che in molti hanno definito “torbida”, ma che, come i migliori thriller, termina(?) con un colpo di scena… Il PD-Alleanza popolare per Cetraro posta un altro messaggio sulla propria bacheca Facebook.
“Don Ennio Stamile, un prete vanitoso
Affidiamo la nostra replica alle civetterie intellettuali del parroco alle nobili parole del Pontefice Francesco.
“E quando un vescovo, un prete va sulla strada della vanità, entra nello spirito del carrierismo e fa tanto male alla Chiesa, fa il ridicolo alla fine, si vanta, gli piace farsi vedere, tutto potente…” (Papa Francesco).
“La vanità semina inquietudine cattiva, toglie la pace. È come quelle persone che si truccano troppo e poi hanno paura che le prenda la pioggia e tutto quel trucco venga giù.” (Papa Francesco)
Cosa ci sarà scritto nell’ultima pagina di questo libro?