Sono i cosiddetti Neet (Not engaged, in Education, Employment or Training), giovani che non lavorano, non studiano non cercano un lavoro. Una generazione ferma al palo. La Calabria è la regione col più alto tasso di Neet.
La dispersione scolastica si aggira attorno al 17% e la disoccupazione tocca cifre molto più alte. Troppi giovani passano le loro giornate per strada a vendere prodotti come ambulanti o addirittura a chiedere l’elemosina. I più fortunati trovano lavoro nei call center dove, per offrire servizi utili anche per il calcolo su siti di comparazione ad esempio come preventivo assicurazione auto cartedipagamento.com, cercano di racimolare qualche soldino.
A questo proposito la Regione Calabria ha deciso di mettere in campo una lotta dura alla dispersione scolastica che è l’alleata della criminalità organizzata. Siamo al paradosso se la Scuola non è più vista come possibilità per ascendere sulla scala sociale ma come una perdita di tempo ed evitarla come una possibilità di lavorare per le cosche portando “il pane a casa”. Così il garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, Antonio Marziale, insieme all’assessore alle Politiche sociali, Federica Roccisano ed al direttore dell’Ufficio scolastico regionale, Diego Bouché, hanno scelto di inviare la lettera a tutti i sindaci, ai dirigenti scolastici ed ai comandanti della polizia municipale. Una lettera contenente delle semplici indicazioni per applicare una azione di contrasto efficace alla dispersione scolastica.
Ha aggiunto Marziale: “È una semplice lettera che verrà inviata a tutti i sindaci, tutti i dirigenti scolastici ed i comandanti della polizia municipale perché siano le antenne nei loro comuni e nelle loro scuole. Un sindaco, infatti, sa benissimo perché un ragazzo della sua comunità non va a scuola e potrà grazie a noi risolvere più facilmente la problematica. L’obiettivo è quello di creare una rete di concretezza per contrastare un fenomeno che è una vera piaga sociale. Chiunque, anche i cittadini devono avvertire le forze di polizia se vedono un bambino chiedere l’elemosina perché per loro la vera carità è la scolarizzazione. Poche chiacchiere e più fatti, basta salvarne uno e sarà ugualmente un risultato”.
L’Assessore Roccisano ha aggiunto: “La percentuale della dispersione deve far riflettere. Per questo, bisogna investire principalmente su attività di partecipazione sociale, per favorire l’inclusione dei ragazzi. Costruire comunità dove non esistono e partire dai bambini deve essere una priorità. Per questo motivo nel contrasto alla povertà abbiamo inserito anche contributi per la partecipazione scolastica”.