CETRARO (CS) – È una città sorpresa ed indignata quella che si è vista arrivare, nei giorni scorsi, le cartelle della Tassa sui Rifiuti per l’anno 2018. Ancora più increduli e stizziti sono i nostri concittadini che abitano in terre lontane e posseggono la casa avita nella città dove sono nati.
Crediamo che lo stesso impatto l’abbiano avuto i proprietari di seconde case, che scelsero di comprarle nella nostra città per le loro vacanze. Tutti si trovano a dover sostenere, anche quest’anno, il peso di un ennesimo aumento della tassa comunale relativa al servizio di Raccolta e Smaltimento dei Rifiuti solidi urbani.
La maggiorazione di tale tributo, non di poco conto, viene imposta per il secondo anno consecutivo. La percentuale di tale aumento è nell’ordine dell’11%.
Uguale percentuale d’aumento si era registrata nel 2017. Se le mettiamo insieme e le traduciamo in termini pecuniari, scopriamo che, in due anni, la Tassa sui Rifiuti è aumentata di oltre 120,00 Euro, per una superficie abitativa di 90 metri quadrati. Naturalmente, l’esborso si maggiora per superficie più vaste e con un più alto numero di componenti familiari. È questo un altro primato raggiunto dall’attuale amministrazione. Mai nessuna, prima d’ora, era riuscita nel difficile compito di comminare, ai cittadini, salassi simili per una stessa tassa e per due anni consecutivi. Abbiamo avversato, con tutte le nostre forze e nell’ambito delle nostre funzioni istituzionali, la Deliberazione consiliare con la quale è stato approvato il Piano Finanziario della componente TARI per l’anno 2018 e stabilite le relative Tariffe. Il nostro rammarico è che ci troviamo a fronteggiare un’amministrazione comunale sorda, indifferente, illiberale. Indiscutibilmente festaiola e vocata alla sola appariscenza per l’effimero e l’occasionale.
Non si rende conto, sebbene sollecitata, che, altri e diversi, sono i problemi da porre al centro dell’attenzione e della agenda di governo. Nella sua cieca sonnolenza non vede, intorno a sé, una città che si impoverisce sempre di più. Intere famiglie che, a causa del lavoro che non c’è, si sostengono con il solo reddito pensionistico del più vecchio componente. La rinascita del fenomeno migratorio, soprattutto giovanile, che la sta spopolando. Il sistema commerciale che dimostra, sempre più, la sua debolezza e nuovi esercizi che chiudono i battenti dopo breve tempo dall’apertura. Le arti ed i mestieri che languono e non riescono a produrre più reddito. Tanti anziani che non hanno la possibilità di curarsi, perché non nelle condizioni di pagare il ticket delle medicine. Finanche il costo dei loculi comunali è aumentato.
Non si intravede, a distanza di tre anni e mezzo, una sola iniziativa amministrativa, volta ad aggiungere valore, incoraggiando iniziative private, alle tante ed invidiabili risorse infrastrutturali create nella passata consiliatura.
La stessa vocazione turistica della nostra città è soffocata dalla completa assenza delle idee, dai ritardi degli interventi, dallo stato di abbandono dei luoghi dove, più che altrove, dovrebbe fondare la sua capacità attrattiva. Sono legittime ed accettabili le pompose conferenze-stampa per l’annuncio di appuntamenti canori ed intrattenimenti culturali da tenersi nella stagione estiva!
Ma non è possibile tollerare una silenziosa indifferenza verso un gravame tributario che va ad innescarsi su uno stato così precario e sofferente di economia cittadina. Non si cerchi di nascondere le responsabilità gestionali di un costo del servizio, lievitato, in due anni, di oltre 500.000,00 Euro! Appartengono, solo ed unicamente, a scelte ed azioni di ordine amministrativo. Riteniamo necessario, infine, che l’intera città prenda coscienza dei dati Istat sull’occupazione in Calabria, di recente pubblicazione. Cetraro occupa il penultimo posto nella nostra Regione con una percentuale del 26,8%. Dopo di lei, solo Rosarno, fanalino di coda, con il 29,5%. Mantiene stabile il suo posto tra i centri di eccellenza turistica del Tirreno cosentino.
È ultima! Prima di essa viene Praia a Mare, con il 25,7% e Scalea, con il 24,4%. Si avrà l’intenzione di reagire ad uno stato di emergenza che, solo una certa classe di amministratori non vede, e prendere le necessarie contromisure, nel prossimo autunno? Grande è la nostra preoccupazione. Vedremo, quando sarà calato il sipario sul palcoscenico delle finzioni e dell’immaginario.