Pochi intimi, racchiusi nelle segrete stanze del culto castale, decidono le sorti della città e gli strumenti ed i modi di come detenere il potere. Assessori che si vedono sottrarre lo scettro con la velocità del fulmine e non sentono neanche il bisogno di aprire bocca e comunicare una loro logica comprensione degli eventi ai cittadini ed al loro elettorato. Mutazione improvvisa e folgorante di facciate ideologiche di una Coalizione di governo e di singoli componenti che, da rappresentanti civici, si trovano costretti ad indossare la casacca di progressisti. Ammesso che qualcuno riesca a dare spiegazione di cosa voglia dire: essere progressista.
A distanza di oltre dieci giorni dall’azzeramento, la città non è tenuta a sapere, essendo solo <cosa nostra> dell’esistenza di qualcuno che la governi e di chi sia questo qualcuno. Al netto delle chiari ed ufficiali dimissioni dell’assessore Cesareo, supportate dalle certificate e quotidiane dichiarazioni pubbliche dello stesso e dei suoi propositi di libero disimpegno istituzionale. Dall’altra parte, tutte le minoranze consiliari stanno al loro posto e non intendono fare da stampella ad una amministrazione che hanno sempre ritenuto, e continuano a ritenere, compattamente, incompetente tecnicamente, sprovveduta istituzionalmente, <inautoritaria> caratterialmente.
Problematiche di lungo corso, ma di estrema attualità, attendono di essere proposte al Consiglio e discusse per una possibile soluzione. Solo ed unicamente, messaggi propagandistici, sconsiderati e pietosi, di unità e compattezza politica ed amministrativa, che fuoriescono dal Palazzo di Città, ormai considerato, nell’opinione pubblica, un circo equestre nel quale si esibiscono nani e ballerine. A tal punto, si lede qualche maestà, se viene spontaneo chiedersi: “Ma, in queste condizioni sono state ridotte le Istituzioni democratiche della nostra città? “Ma, non si prova alcun senso di vergogna nell’andare ad elemosinare, con il cappello in mano, qualche voto estraneo in più, sufficiente per continuare, in modo definitivo, a tirare le cuoia ad una città, ormai allo stremo ed alla paralisi per un fallimento amministrativo che è sotto gli occhi di tutti e che solo i nostri governanti non riescono a vedere?
Ma, possibile che non si riesca a pensare all’immagine indecorosa e decadente, a livello istituzionale, che si dà, quotidianamente, al mondo intero, attraverso le comunicazioni di massa?
Quali altri valori e princìpi, culture e tradizioni, avrebbe, in questi tempi così difficili, dovuto proteggere, per prima cosa, la nostra città, se non quelli legati alla sua storia civile e democratica? Se ne faccia una ragione, il Sindaco di Cetraro!
Non ci sono consiglieri comunali in vendita o lusingati dalla Giunta azzerata! Qualche volta è possibile trovarne qualcuno! Non sempre è possibile lusingare tutti o qualcuno!
Chiediamo al sindaco di arrendersi e di deporre le armi!
Si vada alle Elezioni!
Questa è, oggi, la sola strada decente ed onorevole!
I suoi tentativi di aprire spazi per poltrone, con l’azzeramento della Giunta, sono inevitabilmente e fatalmente naufragati contro la puerilità e la miseria della visione politica che li ha generati. E’, questo, il progressismo che si vorrebbe realizzare, riportando in vita i riti della vecchia Repubblica? C’è bisogno che qualcuno, in tutta fretta, sgombri la sua mente dalla supposizione che, la nostra, sia una città tribale, servile e reverente a qualche capo tribù! Si riaprano, piuttosto, le porte della Massima Assise!
Si abbia un minimo di rispetto per le Istituzioni pubbliche, dove i governanti sono chiamati, dal nostro ordinamento democratico, a sottoporsi al giudizio ed al controllo delle minoranze!
Le crisi di governo vanno verificate in Aula.
Un Sindaco, che perde la sufficienza dei suoi amministratori, dove è tenuto a verificare, se non nel Civico Consesso, che esista ancora una maggioranza che lo sostenga e che gli esprima la sua fiducia con voto palese? Queste, sono le regole principali ed eterne della democrazia!
Tutto il resto, sono ingannevoli princìpi di democraticità, che valgono primariamente ad ingannare sé stessi. A partire dal 5 settembre 2018, Area Democratica non è più rappresentata, a livello politico-istituzionale, dal consigliere Luigi Mari. Una libera scelta, da parte dello stesso, comunicata attraverso un messaggio interno al gruppo e legittimamente motivata con l’esigenza di riavere la sua libertà decisionale e di distinguere le sue ideologie politiche da quelle perseguite dal Movimento. Al consigliere Luigi Mari, persona di assoluta probità morale ed onestà di coscienza, “Area Democratica “rivolge i suoi più sentiti ringraziamenti per la comune opera svolta ed augura le migliori fortune nel prosieguo del suo mandato istituzionale. In attesa, intanto, che si possa verificare un vero e proprio miracolo di autoconsapevolezza, il gruppo consiliare di “Area Democratica”, insieme a quello del “Partito Democratico”, di “Uniti per Cetraro” e di “Lista Aperta”, chiederanno, nella giornata di lunedì 10 sett. p.v., un Consiglio comunale urgente su tematiche di scottante interesse pubblico, come quella relativa alla chiusura dell’Agenzia CARIME-UBI BANCA di Cetraro marina.
Una discussione sullo stato dell’arte della costruzione della nuova Chiesa di Borgo San Marco. La temporalità che riguarda la realizzazione della nuova linea di trattamento fognario in località e quella relativa alla costruzione della rete e dei collettori nelle zone non servite.