Aieta e Aita nel coro di solidarietà verso il dottor Caldiero

Il dottor Fernando Caldiero, stimato professionista di Cetraro, sta ricevendo in queste ore numerosi attestati di stima e solidarità per l’atto intimidatorio di cui è stato vittima nei giorni scorsi. Caldiero, si legge sulla Gazzetta del sud Onlineieri pomeriggio, tornando a casa da un breve periodo di riposo in campagna, si è accorto di un foro accanto alla finestra al primo piano della sua abitazione in centro. Un buco scavato da un proiettile. Immediatamente ha informato i Carabinieri che hanno avviato le indagini”.

Il consigliere regionale Giuseppe Aieta e il primo cittadino di Cetraro Angelo Aita sono stati tra i primi ad esprire solidarietà nei confronti del professionista.

Avete offeso un esempio di generosità!“, ha scritto Aieta.

copertinaAieta“Mentre mi accingevo a scrivere una riflessione su un virtuoso esempio di generosità che ho sperimentato nel recente passato, mi è arrivata la notizia della viltà consumata ai danni di Nando Caldiero. E siccome non voglio che questo atto di vigliaccheria distragga la nobiltà del mio post, lo pubblico come la migliore risposta a chi ha offeso un professionista serio e perbene che ha tutta la nostra incondizionata vicinanza.

Nella recente storia della riqualificazione urbanistica della città esistono episodi ed aneddoti che vale la pena conoscere e che hanno concorso a rendere ancora più bella l’opera che oggi tutti – cittadini e turisti – ammirano stupefatti. Sto parlando di quel km di lungomare che parte dal Cubo per giungere alla Colonia e che all’incirca, 5 anni fa, era un cumulo di massi di cemento che rendevano volgare una delle marine più belle, non fosse altro che per la maglia urbana che i veneziani avevano realizzato in uno slancio di solidarietà oggi ricordato da quella nuova piazza al Comitato VenetoTrentino intitolata. Tra le opere da demolire per dare spazi pubblici ai cittadini era necessario inserire anche l’ex capannone Alvi per il quale non avevamo sufficienti risorse economiche ragion per cui occorreva che la proprietà fosse disponibile non solo a concederlo senza battaglie giudiziarie, ma anche a comprendere che quell’ennesima demolizione era legata ad un’idea di bellezza sconfinata a fronte di un fabbricato che già da anni svolgeva una funzione commerciale e quindi di rendita. Per cui non era facile per noi avanzare una tale richiesta per l’evidente imbarazzo rispetto ad una nostra proposta davvero indecente. Con l’attuale Sindaco, Angelo Aita – all’epoca Assessore ai Lavori Pubblici, che aveva seguito ogni fase dell’ambizioso progetto di recupero e riqualificazione – decidemmo di incontrare i proprietari, Vito e Nando Caldiero.

Fu una delle giornate più belle: con l’imbarazzo che la nostra proposta portava con sé cominciammo a rappresentare la nostra idea di quel luogo che sarebbe dovuto diventare spazio per il verde, per alberi, prati, fontane e tanti, ma tanti cittadini. Con una Chiesa nuova che fosse segno e simbolo di una città cambiata. Esponemmo la nostra idea e mentre lo facevamo avvertivamo la loro condivisione, il loro apprezzamento per il nostro lavoro, la loro predisposizione al bene comune. Come fanno le persone serie, si presero qualche giorno per riflettere perché la decisione era importante e contrastava con i loro legittimi interessi privati di una struttura che rendeva profitti. Ci lasciammo con una stretta di mano e con il sorriso, segno evidente della loro percettibile condivisione. Ci contattarono in pochissimo tempo, nel giro di qualche ora, e ci diedero la bella notizia con una raccomandazione: realizzare la cosa più bella che la nostra mente potesse partorire. Fu una giornata straordinaria in cui si incrociarono gli interessi legittimi privati e quelli pubblici in cui prevalse il bene comune agevolato e sostenuto proprio dai privati. Un’opera d’arte!

Era necessario che io raccontassi questa storia perché, soprattutto i giovani, conoscessero pagine esaltanti di generosità da parte di privati cittadini pronti ad agevolare il bene comune.
Ma era necessario che io a distanza di tempo confermassi la mia gratitudine, a Vito e a Nando, e alla loro famiglia, per averci fatto realizzare un’opera che non ha eguali.
Ed oggi, dopo ciò che Nando ha subito ad opera di ignoti, la mia gratitudine si duplica e la mia stima non ha misura!”.

Aita-1“Solo ora vengo a conoscenza di un altro vile attentato all’abitazione del Dott. Ferdinando Caldiero – ha riportato invece il primo cittadino di Cetraro sul suo profilo Facebook – illustre cittadino, apprezzato dirigente del PD e stimato professionista. La rabbia e lo sconforto sono i primi miei sentimenti che per fortuna lasciano subito il posto alla determinazione e alla voglia di gridare a questi farabutti che non l’avranno vinta.

Caro Nando hai la mia solidarietà e quella della città, prosegui insieme a noi e alla comunità onesta di questo paese il percorso della legalità, del rispetto e dell’accoglienza. Insieme vinceremo e sconfiggemo l’ignoranza della delinquenza che tenta ancora di rovinare questa città. Io non lo permetterò, tu non lo permetterai, i nostri concittadini non lo permetteranno”.