“Lettera aperta al Sig. Sindaco di Cetraro, ai suoi Collaboratori di Maggioranza e alla Minoranza (di cui qualcuno, fino a poco tempo fa, tra l’altro, era parte della Maggioranza con incarichi da assessore e vicesindaco).
È indirizzata a questi destinatari la lettera aperta che riceviamo e pubblichiamo a firma di Luca Chiavazzo.
“Egregio Prof. Aita, Assessori e Consiglieri – scrive Chiavazzo – vi rivolgo una semplice domanda: mi sa spiegare per quale colpa i cittadini civili delle contrade di San Filippo (almeno oltre la metà), Ceramile e altre non possono usufruire di un servizio indispensabile e insostituibile come quello dell’erogazione – senza interruzioni di intere giornate – del prezioso liquido (tra l’altro pagato a caro prezzo maggiorato per il pompaggio) chiamato comunemente “acqua”?
Certo mi risponderà che il problema sorge dal fatto che l’acqua viene usata per irrigare i tanti orti che proliferano. Ed ecco spiegato il perché scrivo di “cittadini civili”, per il semplice motivo che, personalmente, definisco incivili e ladri la gentaglia che usa l’acqua per poter portare in tavola e vantarsene un pomodoro o zucchina prodotta da loro.
Non di meno, però, accuso Voi di menefreghismo e superficialità nel non affrontare il problema. Eppure avete a disposizione i mezzi per farlo, fosse altro per mandare un segnale di un accenno di controlli fatti dal rinomato corpo dei Vigili Urbani.
Sì, ne avete di rogne da affrontare: le gare di pesca, le riprese televisive a Lampetia, l’ufficio informazione al Borgo, la pulizia delle erbacce sulle strade che definisco AMICHE, e percorse dagli amministratori tutti i giorni, e tanto altro.
Caro Sindaco, non prenderla male la presente. Tu mi conosci e sai che quando è toccato a me ho cercato di affrontare il problema anche alle tre di notte e sotto la pioggia, ma non è bastato. Ti chiedo solo un favore: qualche giorno prega la ditta che ha preso l’appalto bimestrale a 6.000 euro al mese, se mi può far arrivare un po’ di acqua verso le 10 del mattino. No, non tutti i giorni, ma almeno un paio di volte a settimane, in modo che non mi debba alzare tutte le notti per poter usufruire dell’acqua diretta e non dell’Autoclave.
Sai, nonostante tutto, dobbiamo anche lavorare, finanche l’Ospedale di Cetraro resta ancora qua!
Saluti Sinceri, Luca Chiavazzo”.