[NDR, riceviamo e pubblichiamo questo articolo a firma del Sindaco Giuseppe Aieta. Buona lettura]

“Dopo aver visitato i vari reparti dell’ospedale civile di Cetraro, domenica è stato il turno della Rianimazione. Un reparto che presenta condizioni strutturali ottimali, 9 medici, 16 infermieri, ausiliari e una grande professionalità. Un reparto che rappresenta il motore dell’emergenza sul tirreno cosentino intorno al quale colpevolmente è stato creato un deserto operativo a seguito dell’atto aziendale del dg Scarpelli. Un reparto che può contare sull’elisuperficie autorizzata anche per i voli notturni. Sono 6 i posti letto, sempre pieni e insufficienti ad ospitare una domanda sempre crescente. Tutto funziona, un bel clima, un grande entusiasmo tra gli operatori. Un reparto d’eccellenza costituito da una struttura moderna e attrezzata.

Nel mio tour mi sono imbattuto in una bella storia di umanità e solidarietà che fa onore alla città ospedaliera di Cetraro e che è il simbolo di un patrimonio di professionalità e di un capitale umano fatto di medici, infermieri, ausiliari, personale amministrativo mortificato dalle ultime decisioni assunte attraverso l’atto aziendale.

E’ la storia di Marco. Ho chiesto alla sua mamma – che gentilmente l’ha concessa – l’autorizzazione a parlarne. Un bambino nato a Cosenza con gravi problemi neurologici e trasferito al Bambino Gesù a Roma. Una volta dimesso dall’ospedale romano con la motivazione che poteva essere curato a domicilio, anche perché la Regione Calabria non pagava più la sua degenza, mentre tornava in Calabria accompagnato con l’ambulanza, si è aggravato per cui è stato ricoverato a Cetraro. Il personale della Rianimazione lo ha accolto, ci si è attrezzati adeguatamente, e Marco è diventato subito il Piccolo Principe. E’ bellissimo, si muove, respira artificialmente, ma  è tenerissimo.

Gli hanno sistemato una stanzetta tutta per lui – era la stanza del medico di turno che adesso si arrangia per riposare la notte, concessa senza batter ciglio – una stanza colorata, pulita, curata con amorevole devozione. Nel dramma di Marco e della sua famiglia si muovono uomini e donne del personale della rianimazione che lo adorano, lo amano, lo venerano. E’ una bella storia di umanità. E’ una bella storia che fa onore alla mia Città.

E’ una bella storia che ci rende tutti fieri di questo Ospedale. E’ una bella storia che Marco rende straordinariamente bella. Perché Marco è bellissimo, una creatura speciale, che non molla, vuole continuare a vivere, seppure artificialmente, vuole continuare a stare con la sua straordinaria Mamma e con tutti i suoi fratelli più grandi della nostra Rianimazione. Gli festeggiano i compleanni, gli fanno gli auguri di Natale, Capodanno, Pasqua. E ogni giorno – ma proprio ogni giorno – gli regalano tanto affetto, amore, adorazione.

A Marco, nostro Piccolo Principe, un bacio grande ed un sorriso!

Giuseppe”.