Mafia e pallone: i rapporti

È di questo che parla il nuovo libro di Raffaele Cantone e Gianluca Di Feo. Parla dei rapporti occulti e segreti tra lo sport che ci tiene incollati alla televisione tutte le sere e la grande criminalità organizzata del Belpaese e, purtroppo, non solo di esso.

Un garbato atto d’accusa a un sistema così indulgente con se stesso da chiudere sempre gli occhi davanti a contaminazioni sempre più evidenti”.

Così lo definisce un bell’articolo di Marco Imarisio pubblicato sul sito del Corriere della Sera.

Il giornalista scrive: “Football clan (questo il titolo, ndr) identifica il momento in cui cominciò la fascinazione della malavita per lo sport con gli atroci Mondiali del 1978 nell’Argentina dei generali. Dedica un lungo capitolo alla fenomenologia di Diego Armando Maradona, il campione che ha sdoganato l’abbraccio con la malavita. Si infila nella leggerezza incosciente degli idoli di oggi, dalla visita di Mario Balotelli a Scampia sotto braccio a personaggi che manco a Medellín, passando per le disinvolte amicizie di Fabio Cannavaro fino ad arrivare alla passione collettiva dei nostri eroi per le scommesse sportive. C’è ampio spazio per spregiudicate avventure imprenditoriali con capitali di dubbia provenienza, come quella tentata dal compianto Giorgio Chinaglia per riprendersi la sua Lazio, o l’incredibile scalata alla Roma e al Bologna da parte di fantomatiche cordate che facevano capo a Vinicio Fioranelli. La bozza di accordo per l’acquisto del club rossoblu comportava una clausola che trasudava dirittura morale: «Se il contratto non viene concluso, le pagine devono essere distrutte”.

Questo è il link per continuare a leggere l’articolo dal titolo I boss e il fascino del calcio tra affari e scommesse (Da Maradona a Balotelli, un saggio-inchiesta).

Buona lettura