Inclusione o integrazione?
Negli ultimi anni questi due termini sono diventate parole chiave per argomenti di attualità che hanno estrema importanza all’interno della società. Con l’integrazione abbiamo l’adattamento della singola persona con diverse problematiche all’interno del tessuto sociale attraverso percorsi di coinvolgimento. Con l’espressione inclusione ci si riferisce invece al percorso inverso: è la società che cerca di andare in contro alle necessità delle minoranze.
L’associazione “le terre di mare con Federico” ha l’obiettivo di integrare i ragazzi diversamente abili e farli diventare parte attiva della vita della comunità. In questo caso, risultata vincitrice del progetto Erasmus di inclusione attraverso metodi non formali, tale associazione si impegna attraverso questa opportunità di includere le minoranze riconoscendo i loro bisogni e cercando di eliminare quelle barriere che non permettono il loro inserimento. Si tratta di un’iniziativa europea del programma di mobilità dell’Unione europa: Erasmus.
Quest’ultimo, acronimo di “European University Students”, e in particolare la sua iniziativa “Youth workers”, supporta progetti nel campo dell’istruzione di giovani studenti, tirocinanti, lavoratori alle prime armi e professionisti all’interno dell’ambito della formazione.
Lo scopo principale è quello di migliorare le competenze collegate ai propri profili professionali o ai propri studi, avere una più ampia comprensione di pratiche politiche in tutti i paesi e comprendere l’interconnessione tra istruzione formale e non formale scoprendo capacità di innescare cambiamenti in termini di modernizzazione e apertura internazionale. Il progetto della durata di 9 giorni, dal 12 al 20 ottobre del 2019, prevede l’incontro di 21 partecipanti provenienti da 7 nazioni differenti: Italia, Bulgaria, Spagna, Romania, Lituania, Cipro e Polonia che, grazie a uno scambio di informazioni attraverso attività si impegna nello specifico e in modo concreto a migliorare le condizioni sociali di chi rappresenta la parte emarginata della propria popolazione.
Il progetto intitolato “Non formal Methods for Inclusion” ha scelto delle attività ricreative da svolgere durante la settimana per i partecipanti dell’iniziativa. Prima fra tutti la visita alla casa famiglia “A. M. Fusco” a Cetraro aperta nel 2008 che ospita bambini e ragazzi cercando di recuperare quegli aspetti della loro personalità che, a causa delle loro particolari situazioni, sono stati bloccati.
La visita consiste in un vero e proprio scambio interculturale attraverso metodi informali che coinvolgono i ragazzi e i partecipanti Erasmus. Il percorso prevede inoltre un incontro con l’associazione ” S. Pancrazio” di Cosenza che dal gennaio 1993 si propone di operare nel campo scolastico, dell’integrazione per disabili, dell’accoglienza di persone in difficoltà.
Infine parte importante dell’esperienza è rappresentata dalla visita alla fondazione “Casa S. Francesco d’Assisi” per avvicinarsi e apprendere a pieno come aiutare realtà difficili offrendo servizi quali la prima accoglienza per richiedenti asilo, la mensa della carità e le comunità residenziali. Il fine ultimo è quello di sottolineare l’importanza della collaborazione a livello europeo e avere la consapevolezza che è possibile cambiare ciò che ci circonda per raggiungere un ideale di società in cui nessuno si consideri diverso o inadeguato rispetto agli altri.