“Andiamo a visitarla la mostra di Palazzo Del Trono. È un modo anche per gratificare il lavoro pregevole che i ragazzi della Caster hanno svolto in questi quasi dieci anni e per scoprire dei veri e propri tesori che appartengono a tutta la nostra comunità. Bravi, davvero bravi!”.
Sono parole del vice sindaco di Cetraro Fabio Angilica che, così, ha commentato l’inaugurazione della mostra politematica Arte inedita e Antichità ritrovata tenutasi ieri, 16 giugno, al Museo Civico si Cetraro.
Nei giorni scorsi, sempre il vice sindaco, aveva dichiarato: “Si realizza oggi ciò che quasi dieci anni fa avevamo visto come potenziale scommessa: aver realizzato un museo dinamico, affidarlo ad una classe dirigente giovane e con un background specifico di competenze significa aver dato slancio non solo all’immagine della nostra città, ma dell’intera comunità”.
“Aver reso questa struttura autonoma – ha proseguito l’assessore alla cultura – è la nostra vittoria più grande perché è insieme condivisione di un percorso intrapreso dalla cooperativa Caster che gestisce l’ente ed è, altresì, la dimostrazione di come investire in cultura possa ripagare in termini economici, innovativi e sociali.
Le amministrazioni hanno bisogno di costruire reti di rapporti tra cosa pubblica e società civile”.
Luigi Orsino, presidente della Caster e deus ex machina del progetto, aveva esordito sottolineando l’importanza della sinergia venutasi a creare tra i diversi attori che hanno reso possibile la realizzazione della mostra: “che ha beneficiato del contributo della regione Calabria ed è patrocinata dal comune di Cetraro, dalla Soprintendenza ABAP per le province di Catanzaro, Cosenza e Crotone, dalla Curia vescovile di San Marco Argentano e dalle parrocchie di San Benedetto Abate e San Pietro Apostolo di Cetraro. Le attività di studio e di esposizione dei beni invece sono state supportate da docenti universitari ed esperti professionisti”.
“Con questo percorso espositivo – proseguiva Orsino – si materializza il proposito che muove il nostro agire: mettere i beni culturali al centro del nostro discorso identitario, quale coronamento di un progetto scientifico che vede, nelle cinque sezioni della mostra, l’approfondimento dei beni mobili e immobili del nostro territorio. Ad arricchire tale iter avremo inoltre il supporto della CasterApp, di pannelli didascalici all’interno della mostra e di un ciclo d’incontri d’approfondimento che partiranno dalla fine di giugno”.
Francesco Palmieri, project manager dell’iniziativa puntualizzava: “questa mostra rappresenta l’utilizzo efficace dei fondi europei destinati alle attività culturali. È stato un percorso lunghissimo caratterizzato da un meticoloso lavoro di ricognizione e studio dei beni, sino all’allestimento. Si è voluto puntare sulla digitalizzazione attraverso l’uso di strumenti innovativi per rivolgersi anche a un target d’utenza più giovane”.
A concludere l’incontro moderato dalla giornalista Simona De Maria, era intervenuto Pasquale Mazzei, a capo del team che ha realizzato l’app che permetterà di poter realizzare un tour virtuale della mostra e dei beni immobili: “l’applicazione è stata pensata per diffondere in maniera immediata e capillare i contenuti espositivi. Si tratta di una multipiattaforma disponibile sia per smartphone che tablet e scaricabile da Google Play e da Apple Store. All’interno, inoltre, è presente un motore di ricerca delle opere con foto, mappe e descrizioni dettagliate. È un modo innovativo per valorizzare il nostro territorio ed il suo patrimonio culturale dando la possibilità a chiunque voglia di conoscere le nostre ricchezze. L’app è un continuo aggiornamento è presto sarà multilingue”.