Ho appena letto questo messaggio che certamente reca al cuore tristezza e, forse, anche un po’ di rabbia. Notizie del genere mostrano quanto poco “funzioniamo” come società. Infatti, una società che ha ragazzi che, così giovani, sono disposti a tanta violenza è una società che ha qualcosa da rivedere e anche con urgenza!
Tuttavia da cetrarese (ancora giovane) non condivido la chiosa finale di questo messaggio. Questi non sono “i giovani cetraresi”. No, lo voglio dire con decisione: questi sono SOLTANTO ALCUNI dei giovani cetraresi.
Cetraro ha tante altre bellezze: i giovani de “il Sipario”, i giovani dell’Azione Cattolica, dell’Oratorio “San Giovanni paolo II”, dei due gruppi scout presenti sul territorio, quelli impegnati in “Libera” e, insieme a loro, tanti altri ragazzi ricchi di valori e intelligenza.
Giovani che, in occasione del Carnevale, si sono trovati insieme per il gusto di giocare, scherzare, ridere.
Riconoscere il problema non può voler dire generalizzare perché questo avvilisce quei tanti buoni che ci sono. Generalizzare è creare un ambiente di odio e diffidenza che non fa bene, ma anzi amplifica la stessa negatività.
Sono certo che l’autore di questo messaggio abbia scritto in preda alla rabbia ed alla tristezza che tutti noi sentiamo, ma credo che, proprio in queste situazioni, si debba fare appello ai tanti giovani che non si rivedono in questa violenza perché, consci di tanta miseria, vogliano impegnarsi con la loro vita ed il loro esempio a far sì che tali gesti non si ripetano più.
Con affetto,
don Giuseppe Fazio