Un “dizionario” delle vie di Cetraro: la presentazione

Dopo i saluti del Presidente della Pro Loco Ciro Visca interverrà l’autore del volume Carlo Andreoli.

La Pro Loco “Civitas Citrarii”, fedele ai suoi principi costitutivi che la impegnano a divulgare, specie tra le nuove generazioni, l’antico patrimonio culturale, ha fatto suo l’impegno di pubblicare questo “Dizionario Toponomastico” per farne omaggio ai cetraresi.

Percorrendo le vie di Cetraro

Percorrendo le vie di Cetraro o viaggiando per le sue contrade, ci capita spesso di imbatterci in una tabella che indica il nome di un personaggio storico o di un luogo. L’origine di alcune di queste denominazioni appare facilmente intuibile (Via De Seta, contrada San Filippo ect.) ma molte altre ci appaiono alquanto enigmatiche (es: Caparrua, località Citino). Eppure ognuna di queste denominazioni nasconde una pagina di storia: è una testimonianza della cultura e dei trascorsi della nostra cittadina, è il fascino della ‘toponomastica’, una banca dati preziosissima, ma poco conosciuta e frequentata e che rischia oggi di scomparire, portandosi dietro i suoi segreti e la storia del nostro Paese.

L’architetto Carlo Andreoli

L’architetto Carlo Andreoli, esperto conoscitore dell’arte, degli usi e delle tradizioni cetraresi, ha dato anima e volto alla toponomastica con una ricerca faticosa e meticolosa, elaborando questo dizionario che è uno strumento per approfondire la conoscenza del nostro territorio.

Carlo Andreoli in questa sua ricerca, ha consultato documenti presenti nell’Archivio di Stato di Cosenza, nell’Archivio Comunale di Cetraro, ha esaminato il Catasto Onciario e altre numerose pubblicazioni di valenti storici, in quanto dalla ‘italianizzazione’ dei nomi, imposta ai topografi agli inizi del 900 con conseguenti storpiature, ha dovuto risalire alla loro origine dialettale, per potere arrivare ad individuare e/o solo ipotizzare l’originario significato del toponimo”.

Dalla tradizione orale

Inoltre, l’autore, tratta anche dei ‘microtoponimi’, una specie ancor più a rischio di scomparsa. Si tratta infatti  di un sistema di toponimi non scritti, che si tramandano per tradizione orale ma che costituiscono uno straordinario e sterminato giacimento non solo di denominazioni, ma  anche di vere e proprie conoscenze che all’inizio del XXI secolo resta sempre più appannaggio di pochi anziani, scomparsi i quali diventerà assai più arduo indagare non solo sulla storia delle nostre comunità, piccole e grandi che siano, ma sugli stessi rapporti identitari, simbolici ed economici, che questi hanno intessuto per un lunghissimo arco di tempo.