E intanto la Carime se ne va…

Ormai è ufficiale! Entro il 15 ottobre prossimo, la Banca Carime-UBI Banca di Cetraro Marina chiuderà i battenti.

La notizia non giunge come un fulmine a ciel sereno. L’aveva abbondantemente preannunciata il capogruppo di Area Democratica, Samuele Losardo, nel Consiglio comunale del 31 luglio u.s., rivolgendo quasi una supplica al sindaco per un comune tentativo istituzionale, volto a far recedere i vertici aziendali dell’Istituto di Credito dalla loro decisione.

Neppure le suppliche riescono, tuttavia, ad aprire varchi nell’indole, impassibile ed insofferente, del capo dell’amministrazione comunale, come sempre ostile al dialogo ed al confronto.

Ispirato da princìpi assolutistici ed autoreferenziali, continua a distinguersi, in tutta la storia democratica della Massima Assise, per la puntualità con cui stende  una coltre di silenzio su ogni problema che ha bisogno di partecipazione corale e scambio di idee, confidando nel menefreghismo ottuso dei  più domati e sottomessi componenti  della sua compagine di governo.

Della Banca che se ne va, in buona sostanza, al sindaco ed alla maggior parte dei suoi sodali non importa un fico secco!

Eppure, non capita tutti i giorni di vedere sette consiglieri dell’opposizione, ossia, quasi la metà del Consiglio comunale e della stessa città, prostituirsi dinanzi ad un sindaco ed alla sua  maggioranza per combattere, uniti, una battaglia, ardua e difficile, che vale un contributo notevole per qualsiasi speranza di ripresa economica e sociale della nostra città. Non ha alcuna importanza, per questi improvvidi amministratori, riunirsi in Consiglio e discutere, anche, del da farsi a seguito di questo abbandono della Banca Carime!

La cosa più importante, invece, è dare fondo a tutte le  energie per costruire eventi festaioli ed ameni intrattenimenti, facendoli passare come strumenti diffusori di cultura e di messaggi benedettini. Per quanto ci riguarda,  porteremo al più presto, con la forza delle leggi e delle nostre prerogative istituzionali, questi approssimati governanti della cosa pubblica cittadina in Consiglio comunale.

Li costringeremo, così come abbiamo sempre fatto sui temi di vitale ed urgente interesse, ad occuparsi dei problemi veri, reali, più ostici, che ostacolano la resistenza della nostra città alle dinamiche più controverse ed ostili dell’economia globale. Cercheremo di svegliarli di fronte allo sfaldarsi quotidiano delle architravi della struttura sociale ed economica cittadina.

Altri amministratori non avrebbero esitato un solo istante a convocare il Consiglio e ad aprire un ampio ragionamento sulla fuga, dalla nostra città, di una Agenzia Bancaria che ha contrassegnato tutte le tappe della ricostruzione dopo le rovine del secondo dopoguerra. Se ne va via un Istituto di Credito che ha favorito il difficile percorso della nostra gente verso l’emancipazione sociale e la crescita economica delle classi popolari, durante l’intera metà del secolo scorso. Ma, una Banca che chiude i suoi battenti, cosa si vuole che sia rispetto al godimento che si prova nel propagandare la propria immagine sui palchi allestiti per le serate agostiane?

Neanche il fatto che la CARIME-UBI BANCA svolge il ruolo Tesoriere dell’Ente è riuscito ad attrarre l’attenzione dell’Amministrazione comunale! Ma, la cosa più grave è che si è rimasti impassibili e disinteressati  di fronte ad una città che viene declassata da logiche meramente economiche e speculative e che la rendono subalterna alla vicina, e splendida, cittadina di Fuscaldo! Unica realtà comunale,la nostra, nell’intera costa tirrenica cosentina, ad essere compresa nelle politiche taglia-sportelli delle Banche nel Meridione!

Ma dov’è finito l’orgoglio e lo spirito di appartenenza dell’amministratore e del cittadino? Come si riesce a dormire sonni tranquilli al solo pensiero di come poter affrontare una domanda sempre crescente, oggi,  di crediti e di finanziamenti, potendo contare su un solo sportello bancario?

Ma, è così difficile pensare all’indispensabilità delle Banche, come promotrici di processi di sviluppo, soprattutto, nelle piccole realtà comunali? Le imprese hanno bisogno delle Banche, così come le Banche hanno bisogno delle imprese! Intanto, l’immagine odierna della città è, incontestabilmente, disarmante! Opere pubbliche, finanziate ed ereditate, di cui non si riesce a vedere l’inizio dei lavori, dopo quasi quattro anni di consiliatura! Altre opere, pure queste  appartenenti al passato, vedono la loro realizzazione solo dopo tempi biblici o in momenti completamente inopportuni! I servizi continuano ad essere, sempre più, fatiscenti e precari, pur costosissimi. Il servizio idrico, ancorchè illegittimo per la sua organizzazione, è stato militarizzato!

Cumuli di immondizia fanno bella mostra di sé, in piena stagione turistica, nei pressi dei Lidi e nelle piazze cittadine e lì giacciono quasi per una settimana! Non si contano più le Deliberazioni di Giunta e di Consiglio che non trovano esecutività perchè viziate da procedimenti illegittimi o non conformi ai Regolamenti e vengono bloccate, dai firmatari, per tutelare sé stessi! La Cassa comunale, per cause non di naturale occasionale, ma strutturale e che si dovrebbero al più presto approfondire, soffre per molti mesi di crisi di liquidità e, per la prima volta, dopo quasi un quarantennio, si arriva alla sospensione dei pagamenti ai dipendenti ed alla rateizzazione delle somme spettanti ai fornitori ed alle imprese dei servizi. A distanza di cinque anni, non vede la luce la costruzione della nuova Chiesa di Cetraro Marina! Il sito dove dovrebbe sorgere risalta, vergognosamente, in termini di abbandono e di sporcizia nei cospetti del vicino lungomare. Indifferenza ed incapacità nel completamento dell’iter burocratico cominciano a diventare blasfemi di fronte alla aspettative  dei fedeli, ingannati dalle promesse di un inizio dei lavori, previsto per giugno.

La città crolla! Serve un forte sussulto di autocoscienza!

I GRUPPI CONSILIARI: Area Democratica, Partito Democratico, Uniti per Cetraro