Ho visto nei giorni scorsi, come tanti, il servizio su Cetraro che è andato in onda sulla rete nazionale: ben condotto, accattivante, direi perfino edificante per chi poco conosce la realtà locale.
Esso s’è appuntato sopra tutto intorno al porto ed al museo: che sono, in fin dei conti, due eccellenti risultati di cui Sindaco e Giunta si fanno giusto merito.
Ma quel servizio ha pure lasciato l’amaro in bocca in qualcheduno, che notava come esso desse un’immagine distorta del paese: puntando i riflettori sulle poche, e meritorie, eccellenze; per lasciare, invece, in ombra le tante insufficienze che attanagliano Cetraro.
E la legittima censura è stata, a sua volta, censurata da qualcun altro come una sorta d’atteggiamento disfattista che nuoce al buon nome del paese.
La verità nasce e si mostra sempre nuda, verrebbe voglia d’osservare. E le tante deficienze, che il servizio patinato ha trascurato per dare il meglio del paese, sono fin troppo note a chi vi abita e lavora – quando capita – ogni giorno: l’economia locale ridotta al lumicino, i servizi sociali che si stenta ad erogare, l’assenza di fermento che mina alle radici la rinascita di tutto il territorio.
Questa amministrazione, come la precedente, ha fatto molto e tanto: nessuno può negarlo. Ma la cura da cavallo non ha prodotto il risultato che tutti speravamo: ovverosia il rilancio produttivo del paese verso un prospero futuro. E questo è forse un segno che la nostra politica locale debba rivedere parte almeno della propria strategia: allargando l’orizzonte a tutto il territorio, ch’è lungo e largo e spesso inesplorato.
Molto di là del porto e del museo: due fiori all’occhiello, certamente, ma appuntati sopra un abito un po’ logoro.