Con la scomparsa di Mario Marchetti, se ne va una parte importante della storia politica ed istituzionale della nostra Città. Scompare uno dei più autorevoli e prestigiosi rappresentanti del partito socialista, ma ancor più, un onesto rappresentante delle Istituzioni, che in anni difficili e delicati, seppe guidare, a viso aperto e senza tentennamenti di sorta, la battaglia contro l’arroganza mafiosa e per l’affermazione della legalità.
Oltre alla tristezza ed alla commozione, la sua morte costituisce l’occasione per ribadire meriti e valori di una personalità politica che ha impresso, negli anni ottanta, un’azione innovatrice e determinante per la rinascita della nostra comunità.
Lo fece da Segretario della sezione del PSI, dall’ottobre del 1976 al dicembre del 1979, capeggiando la lista di partito che portò in Consiglio Comunale 7 socialisti e per la prima volta una donna.
Ma soprattutto da Sindaco della Città, carica che ricoprì per la prima volta dal dicembre 1979 fino al 21 giugno del 1980. Poche ore dopo quel Consiglio Comunale in cui Mario Marchetti presentò le dimissioni da Sindaco, avvenne il tragico omicidio di Giovanni Losardo, che segnerà per sempre la storia della Città.
Lo ricordiamo, in quella occasione, a fianco dell’allora Segretario del Partito Comunista, Enrico Berlinguer, a rappresentare la Città nell’ultimo saluto a Losardo.
La carica di Sindaco la ricoprirà ancora, e saranno gli anni politicamente migliori, da gennaio ‘85 ad aprile ‘89, passando per le elezioni comunali del 1988.
Sono gli anni in cui la Città rinasce. Marchetti, con le sue battaglie, si oppone allo strapotere della malavita, ma non solo.
Diventa il punto di riferimento ed il “difensore” di imprenditori e commercianti vessati dalla delinquenza, porta il Comune a costituirsi nei procedimenti contro le cosche, guida le iniziative antimafia ed è presente in ogni manifestazione in cui si afferma la cultura della legalità.
Lo ricordiamo al fianco dell’On. Nilde Iotti, storica Presidente della Camera dei Deputati, del Vescovo di Acerra Don Riboldi, figura emblematica della lotta alla camorra, del ministro della Giustizia, Mino Martinazzoli, sempre per affermare la cultura della legalità. Ma non mancherà di intraprendere nella sua attività politica iniziative anche scomode, come avvenne quando “denunciò” l’inerzia degli apparati dello Stato e nello specifico della Procura della Repubblica di Paola. Comunque l’azione di contrasto alla malavita condotta dal sindaco Marchetti è efficace e dà fiducia alla Città: il tessuto sociale si ricuce, riprendono vigore le attività culturali e sportive, rinascono diverse forme di associazionismo e tante iniziative che riporteranno alla normalità una Città che la delinquenza mafiosa voleva ridurre alla barbarie.
Marchetti, in quegli anni, rappresentò insomma la punta più avanzata di un’azione politica non solo cittadina, ma addirittura regionale. La comunità cetrarese si riconobbe interamente nel suo Sindaco, tributandogli nelle elezioni comunali del 1988, novecento voti di preferenza.
Negli anni successivi continuerà sempre il suo impegno in politica, con passione immutata, pur non ricoprendo più cariche pubbliche.
Oggi ci lascia, ma la Città non dovrà dimenticare mai la sua condotta, il suo impegno, le sue battaglie.
Noi, come socialisti e come cittadini di Cetraro, nel ricordarlo con grande affetto, vogliamo semplicemente ringraziarlo.
Per ciò che ha fatto, per l’esempio politico che lascia.
PARTITO SOCIALISTA ITALIANO – Cetraro