La chiesetta detta di S. Giovanni, una costruzione con muri dello spessore medio di m. 1,50 circa, presenta due lati e il tetto completamente interrati. Un sopralluogo da parte di esperti potrà stabilire se la chiesetta è stata un luogo di culto e di riunioni oppure un cimitero di qualche famiglia patrizia.
La costruzione, una galleria sotterranea, ha qualcosa fra una catacomba scavata nella roccia e una cappella che ha subito un interramento dopo l’edificazione di chiese più idonee al culto e la contemporanea costruzione di imponenti palazzi nelle immediate vicinanze.
Non riteniamo che le cappella nominata, probabile testimonianza dell’arte paleocristiana, fu un luogo di venerazione (esiste un piccolo altare), divenendo successivamente la tomba di qualche ricca famiglia che la fece interrare per evitare la profanazione durante le incursioni turche del secolo XVI.
Il portale in tufo, ancora oggi parzialmente visibile, venne murato, mentre sul frontale superiore resiste ancora al tempo parte di quello che fu un piccolo campanile a vela.
Detta chiesetta, probabilmente, venne abbandonata dopo la costruzione della cappella dell’Annunziata, oggi nota come “Chiesiella dell’Addolorata”, ma già conosciuta nei secoli XV-XVI come Cappella dell’Annunziata, fondata (probabilmente) attorno al 1250, lungo la via che portava al mare e al gruppo dei mulini.
Per testimoniare la continuità delle due cappelle è sufficiente citare che anche un’ala della chiesetta dell’Addolorata aveva un altarino dedicato a S. Giovanni. Inoltre le due cappelle hanno avuto come fedeli la stessa categoria di lavoratori: i pescatori o meglio “i marinari”.
La cappella di S. Giovanni, sita sotto un giardino che sovrasta Via Le Rose (a 5 metri da casa mia), presso la Marineria, è circondata dai palazzi delle famiglie antiche: Rossi, Falcone, Giordanelli, Joselli, De Caro.
Il santo a cui è dedicata la chiesa è San Giovanni Battista e non San Giovanni Apostolo, perché, per antichissima tradizione, era il Battista il Santo che i pescatori cetraresi celebravano. Infatti, il 24 giugno di ogni anno “i marinari” facevano una grande festa e un grande pranzo per onorare il loro Santo e dare inizio all’anno marinaro che comportava il cambio parziale delle ciurme.
Lo storico cetrarese Giovanni De Giacomo, nell’opera “Athena Calabra”, 1928, menziona la citata chiesetta, affermando che il “medico e filosofo cetrarese” Cesare Ottato, vissuto nel secolo XVI, “ebbe sepoltura nella chiesetta di S. Giovanni, in Marineria”. Ottato, latinizzazione di Desiato.
Anche un altro storico, Angelo Aita, si sofferma sull’antico luogo sacro, sostenendo “che nella parte di Cetraro oggi appellata Marineria”, nella “parte più vetusta” del paese, “esisteva una cappelluccia dedicata a S. Giovanni (non saprei dire se l’Apostolo o il Battista)”.
L’Aita, proseguendo, precisa: “Io propendo a credere che essa fosse la primissima delle nostre chiese, non tanto pel titolo, quanto per l’ubicazione: il luogo a parer mio sarebbe proprio stato il centro del nuovo paese al tempo dell’edificazione – tra l’800 e il 1.000″ (Rinascita Sud, giugno 1984).
Il mio articolo aveva preso lo spunto da una interessante segnalazione, maggio 1984, di detta chiesetta alla Redazione de “Il Centro” da parte di mio fratello Mario). Nel libro, La chiesetta dell’Annunziata, la seria professoressa A.Vattimo riporta, citandomi, alcune notizie del mio articolo.