Una truffa in piena regola, resa ancora più grave dal fatto che ha visto, come attori, medici di base dell’Asl. Negli scorsi giorni i carabinieri di Rende, Cosenza e San Marco Argentano hanno scoperto un meccanismo illecito finalizzato a raggirare il Servizio Sanitario Nazionale.
L’iter era sempre lo stesso: farmaci prescritti in modo improprio e venduti come sostanze stupefacenti da parte di medici compiacenti. Nello specifico i medici di base prescrivevano a carico del Servizio Sanitario Nazionale farmaci psicotropi contenenti oppiacei a pazienti che non ne avevano necessità, ma che li utilizzavano per il loro effetto allucinogeno.
Si tratta di farmaci utilizzati per trattare il dolore cronico nel cancro e che i medici colpevoli dell’illecito spacciavano come sostanze stupefacenti.
Un truffa che appare più odiosa per il fatto che si andavano a utilizzare farmaci solitamente impiegati per alleviare le sofferenze di pazienti affetti da patologie per le quali gli oppiacei hanno un effetto benefico.
L’utilizzo di questa tipologia di farmaci oppiacei in campo medico non è nuova; anche la cannabis viene impiegata ultimamente per combattere dolori cronici di questo tipo. Un fatto rivoluzionario in Italia, dove questi farmaci vengono dispensati partendo dalle caratteristiche dei tipi più idonei di semi di cannabis.
Niente di illegale, la legge nazionale lo prevede; quello che conta è che ogni regione emani un regolamento attuativo. E al riguardo, per restare nel nostro territorio, la Calabria attende dal 2014 che la regolamentazione diventi concreta, per rendere effettivo l’accesso alle cure con farmaci a base di cannabis anche nelle strutture calabresi.
Per quanto riguarda il caso di cronaca legato alla truffa delle prescrizioni, le indagini dei carabinieri hanno portato all’arresto di due persone; per altre otto è scattato l’obbligo di firma. Ai sei medici di base coinvolti è stato imposto il sequestro preventivo per equivalente.
L’intera inchiesta è partita per caso, dopo che un bimbo di 2 anni è stato ricoverato in ospedale avendo accidentalmente ingerito farmaci antidolorifici. Si è poi scoperto che i medicinali erano presenti in casa in dose massicce in quanto il padre del bambino ne faceva utilizzo da tempo in considerazione degli effetti fortemente allucinogeni che il medicinale provocava.
Fentanil, questo il nome del farmaco in questione, che può generare effetti simili a quelli delle sostanze stupefacenti psicotrope a base di morfina. Partendo da questo fatto di cronaca, i carabinieri hanno seguito il filo e sono poi arrivati a smantellare il traffico di farmaci sul territorio cosentino.