Riportiamo, di seguito, tre post scritti dal Prof. Gaetano Bencivinni e pubblicati all’interno del blog del Centro Sociale Anziani di Cetraro Paese. Essi vogliono sia riportare alla mente un recente passato, molto probabilmente dimenticato o sconosciuto alle giovani generazioni, favorendo e trasmettendo cultura, sia far da “ponte” immaginario tra la Sicilia e la Calabria, e più precisamente Cetraro.
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Dacia Maraini a Cetraro. Anno 1993
“Bagheria è una città di mafia, ma è meglio non dirlo”. Anche Cetraro è una cittadina di mafia, ma è meglio non parlarne. Limoni, fichidindia, gelsomino. Cedro, limoncello, liquirizia. La mafia non esiste. E’ una favola. Come dice un personaggio del romanzo Bagheria di Dacia Maraini, è “roba per turisti”. Dunque, per non deludere don Mariano Arena, protagonista del romanzo di Leonardo Sciascia Il giorno della civetta, è preferibile parlare, diciamo così, di altre specialità siculo – calabresi. Pane con milza o con panelle, pasta con le sarde, sarde a beccafico, cannoli, cassata, arancini, iris, gelati al gelsomino. Pitticelle, lagana e ceci, patate e peperoni, salsiccia, soppressate, capocollo, turdilli, pitta mpigliata, pastiera.
La scrittrice Maraini ha tenuto nel 1993 a Cetraro una conferenza, organizzata dal Liceo scientifico nell’ambito della Settimana della cultura scientifica. Un evento culturale di notevole valenza che ha visto protagonisti tanti studenti, numerosi insegnanti e tanti cittadini, che hanno partecipato all’iniziativa, contribuendo ad arricchire il confronto culturale con la scrittrice, che in modo brillante ed efficace si è soffermata su tanti aspetti dei suoi romanzi e sui nuovi orizzonti della letteratura.
L’evento è stato ripreso e trasmesso dall’emittente locale Teleradioimmagine di Paola. La relazione introduttiva di Gaetano Bencivinni è stata inclusa nel volume Intervento a rete, edito dalla casa editrice Periferia di Cosenza.
Per l’amministrazione comunale è intervenuto il sindaco Benedetto Guaglianone. A fare gli onori di casa è stato il vicepreside Antonio Ferrazzo.
Quasi un ventennio dopo, la scrittrice è ritornata a Cetraro, su invito dell’associazione culturale Cantiere Sociale Santa Lucia presieduta dalla giovane cetrarese Carmen Onorato.
In quella occasione Dacia Maraini si è soffermata sulla questione femminile. L’evento si è svolto al teatro comunale alla presenza di un pubblico attento, che ha partecipato al confronto culturale con significativi interventi. L’architetto cetrarese Claudio Losardo ha definito l’incontro “un evento di portata storica”.
Il Laboratorio Sperimentale Giovanni Losardo ha consegnato alla scrittrice lo Scrigno della legalità.
A rappresentare la città è stato Beniamino Iacovo, presidente del Consiglio comunale.
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Il fuoco del cannone
C’è una pagina del romanzo L’opera al nero di Marguerite Yourcenar, che fa riferimento ai consigli tecnici che il protagonista dell’opera letteraria Zenone l’alchimista dà al pirata Ariadeno Barbarossa quando salpava da Algeri con la sua flotta per dirigersi alla volta delle coste tirreniche calabresi nell’ambito del grande conflitto di quegli anni tra i Cristiani e i Musulmani.
Questo, sul piano letterario, indica la portata storica di quella fase conflittuale tra le due civiltà all’interno della quale si è verificato il saccheggio di Cetraro e di San Lucido, che ha determinato l’inizio del tramonto della grande fortezza calabrese Athena Calabra, ovvero l’antica Cetraro.
Un nodo storico di cui si sono occupati tanti storici locali tra cui il cetrarese Leonardo Iozzi, che ha avuto il merito di strappare alle spire delle tenebre dell’oblio tanti documenti e tante informazioni utili per ricostruire questo importante periodo vissuto dalla cittadina tirrenica.
Un contributo significativo, almeno sul piano divulgativo, è stato dato anche dal Liceo scientifico di Cetraro, che tra i suoi progetti didattici ha incluso anche lo studio di questa fase storica culminata con la pubblicazione del libretto La Turricella, avvenuta nei primi anni del Novanta.
In precedenza la rivista Unità sindacale aveva dedicato qualche articolo a questo specifico argomento nell’ambito del più ampio progetto di recupero delle tradizioni popolari, linguistiche e culturali della cittadina tirrenica.
Nel 2012, avvalendosi delle nuove tecnologie comunicative, il cetrarese Daniele Maltese ha realizzato il cortometraggio Il fuoco del cannone, che ripropone questa vicenda storica con i riflettori puntati sulla persistente attualità dello scontro di civiltà, che tuttora persiste e rappresenta una emergenza del mondo contemporaneo.
Il cortometraggio è stato proiettato al Teatro comunale nell’ambito di una Vetrina film Cetraro, organizzata dal Laboratorio Sperimentale Giovanni Losardo e dalla Pro loco Civitas Citrarii, presieduta da Ciro.
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Ignazio Buttitta a Cetraro. Anno 1982
Ci sono pagine significative del romanzo di Carlo Levi Le parole sono pietre, che è opportuno richiamare al fine di agevolare la narrazione di tre eventi culturali rilevanti, che si sono tenuti a Cetraro nell’ambito della programmazione culturale che l’amministrazione comunale dell’epoca portava avanti con la finalità di contrastare la controffensiva malavitosa, che aveva trasformato la tranquilla cittadina tirrenica in un vero e proprio teatro di sanguinosa conflittualità omicida.
Lo scrittore piemontese, raccontando i suoi viaggi in Sicilia, è colpito dalle ville settecentesche di Bagheria, dal lungo corso che attraversa la città e che la collega alla sua marina, Aspra e si sofferma sui carretti dipinti dai fratelli Ducato raffiguranti le vicende dei paladini di Francia.
Nello stesso romanzo Levi narra anche del tragico assassinio mafioso di Salvatore Carnevale, avvenuto a Sciara negli anni Cinquanta.
L’Opera dei pupi costituisce un pezzo rilevante della tradizione popolare siciliana, che in quegli anni era rappresentata nei centri del palermitano dai fratelli Cuticchio, un gruppo teatrale di rilevante prestigio.
In quegli anni a Cetraro i Cuticchio in Piazza del popolo hanno rappresentato le vicende di Orlando e Rinaldo, accogliendo l’invito dell’amministrazione comunale.
Di quella rappresentazione si può trovare traccia nella preziosa biblioteca del medico cetrarese Ippolito Ciardullo, che ha avuto la brillante idea di riprendere l’evento con la sua cinepresa.
Il cantastorie Nonò Salomone, qualche mese dopo, si è esibito in piazza del popolo e ha narrato la tragica fine di Salvatore Carnevale. Un richiamo significativo importante, che avveniva in quel contesto sociale cetrarese in cui qualche anno prima era stato assassinato dalla mafia Giovanni Losardo.
L’evento culturale, che può considerarsi di portata storica, è costituito dalla recita del poeta dialettale Ignazio Buttitta, che nella sala consiliare della cittadina tirrenica ha entusiasmato il pubblico con il suo straordinario ed eccezionale modo di porgere il suo messaggio poetico.
Un contributo di grande spessore, che certamente ha avuto il merito di alimentare la convinzione che la cultura può uccidere la mafia.