Il Cedro, il cibo sacro delle sirene

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CiRNews.it e La Cucina di Bacco sono lieti di presentarvi una nuova pagina dedicata al Cedro. Una pagina culturale, realizzata in collaborazione con l’Accademia Internazionale del Cedro presieduta dal prof. Franco Galiano. A seguire troverete una serie di stampe e articoli tratti dai numerosi volumi pubblicati da Galiano, ormai noto in tutta la Riviera dei Cedri come il Profeta del Cedro. Subito dopo, una serie di foto scattate durante l’edizione 2015 del Festival del Credo, tenutosi sul porto turistico di Cetraro e organizzato dall’Associazione Culturale Gruppo Delta.

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IL CIBO SACRO DELLE SIRENE

di Franco Galiano, Presidente dell’Accademia Internazionale del Cedro

Per la tradizione popolare, il cedro è il cibo sacro delle Sirene. Ma perché? Un tempo remoto, quando mangiare non era solo esigenza pratica di nutrimento o semplice assunzione di alimenti, ma cerimonia magico-religiosa, gioia di vivere, partecipazione corale per rinsaldare vincoli familiari e tribali, presso la società pagana ed arcaica, la citrus medica entrò sicuramente nella dieta solare del Mediterraneo assieme all’uso di erbe aromatiche, quali il rosmarino, il basilico, il silfio, la menta, la maggiorana, il cumino, il finocchio, la ruta, l’alloro, lo zenzero, l’origano: spezie quasi rituali che, oltre a condire il cibo e ad assicurare sanità e vigore al corpo, servivano a sconfiggere le tenebre, l’ipocondriaco, il male di vivere, le negatività che circondavano, nelle selve di pini e di carrubi prossimi al mare, gli uomini antichi ed irrequieti del Tirreno.

Alcune tracce di tali credenze si sono trasmesse nella più prossima società contadina: non si condisce forse ancor oggi il capitone, simbolo del male, catturato nei fossi, con pezzetti e succo di cedro e lo si consuma nelle feste natalizie per allontanare un supposto maleficio?

Da questo mare azzurrissimo e ventoso, che fu anche il mare dell’ammaliatrice Circe, oltre che di Cariddi e Scilla, le fantastiche sirene, lungo il litorale frastagliato che va da Palinuro ad Amantea, per il loro canto morbido sebbene insidioso, esigevano in dono dalle popolazioni indigene incantate, il pomo afrodisiaco e sacro del cedro, simbolo della fertilità e della bellezza, che poi di sera si affrettavano a consumare negli anfratti spumeggianti e nelle cale sabbiose del litorale, donandosi ai giovani più floridi, in alcuni momenti di irrepetibile intimità.
Da qui inoltre le creature fantastiche si divertivano a scrutare come nelle vicine selve , dopo la mietitura, o dopo un qualsiasi raccolto , quelle popolazioni arcaiche si dessero a danzare , quasi fatto di possessione rituale, fino allo sfinimento, dopo essersi abbeverate di crisomele o di vino forte, aromatizzato con succo di cedro (…).

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Festival del Cedro 2015 – Porto turistico di Cetraro – 7.08.2015

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