Riceviamo e pubblichiamo un appello indirizzato al Sindaco Angelo Aita a firma del signor Agostino Vattimo.
“Gentilissimo Sindaco – scrive il signor Vattimo – mi permetto di indirizzarti pubblicamente queste poche righe attraverso Cetraro in Rete per congratularmi innanzitutto per la tua elezione e per farti il mio personale in bocca al lupo in vista del gravoso compito che ti attende.
So quanto impegno hai sempre profuso nella tua attività politica ed amministrativa, quindi sono certo del fatto che continuerai a lavorare senza riserve al servizio del Paese. So quanto ti stanno a cuore i temi della tutela e valorizzazione del territorio, sia sotto il profilo ambientale, che paesaggistico e storico, argomenti sui quali ho sempre registrato la tua massima attenzione e convergenza.
E proprio perché ti so sensibile a questi temi, nella tua nuova veste, intendo rivolgerti un appello affinché tu faccia tutto quanto è in tuo potere per scongiurare un fenomeno che ho battezzato l’anno scorso su questo blog come “diarrea marina”.
Con quella locuzione ho voluto ironicamente descrivere lo sversamento di liquami che insozzano il nostro splendido mare; fatto di una gravità ed assurdità inaudite, perché foriero di danni incalcolabili non solo di ordine ambientale, ma anche sul piano dell’immagine e della reputazione e, quindi, in ultima analisi sul piano economico.
Vivo e lavoro a Lecco, come sai, da sette anni e torno sempre volentieri a Cetraro, specie d’estate per godere del mare. Non l’ho trovato sempre pulito in questi anni, ma l’anno scorso non ho avuto il piacere di fare un sol giorno di bagni senza dover sguazzare tra i liquami e quest’anno non vorrei assistere impotente al medesimo spettacolo, di fronte al quale ho provato non soltanto disappunto e rabbia, ma anche una profonda vergogna davanti alla mia ragazza, che ho portato con me in vacanza raccontando meraviglie del nostro mare.
Sono certo che tu, da persona seria ed intelligente quale sei, coglierai il senso autentico di queste mie parole, che vogliono essere uno sprone ed un incoraggiamento a non ripetere errori e manchevolezze del passato, evitando di negare l’evidenza e di sostenere che il problema non esiste.
Se poi qualche insensato si ostinasse a negare il problema e, buttandola in caciara, sostenesse che in questo modo si fa solo una pessima pubblicità al Paese proprio alla vigilia della stagione estiva, sappia che non è certo chi evidenzia una criticità ad averla generata, mentre chi tace e fa finta di non vederla, anche se non l’ha creata, contribuisce con il suo atteggiamento passivo a perpetuarla, perseverando diabolicamente nell’errore e non rendendo affatto un buon servizio a quel Paese che dice d’avere tanto a cuore.
Ricordo che qualche anno fa, a seguito di una nota indagine della Magistratura sulla depurazione in Calabria, i giornali locali ironizzavano sul “mare da bere”. Ecco quest’anno non oso sperare in acque talmente limpide da poterle bere, ma neppure talmente luride da non potercisi bagnare.
Con stima e amicizia”