Di The Story Of Snow. The Science of Winter’s Wonder potremmo dire, a primo impatto, che è un libro di pura “fantascienza”. Nel senso tout court del termine. È scienza perché è l’analisi fisica di un fenomeno scientifico comune, la caduta dei cristalli di neve. Ed è fantasia perché accompagna la scienza a delle meravigliose fotografie dei cristalli di neve in caduta.
Mark Cassino, fotografo, vive nel Michigan, a Kalamazoo e scruta il mondo a partire dalla lente di un obiettivo macro. Volge lo sguardo a semplici fenomeni ed elementi del mondo naturali, raccoglie tali immagini e le classifica con meticolosa attenzione, segnando data e ora di “cattura”.
E con questo stesso spirito, prima ancora d’immaginare il successo internazionale del suo The Story of Snow domanda a se stesso: perché nascono i fiocchi di neve? E perché i cristalli hanno proprio sei lati?
Perché sei? Inizia da una domanda elementare, quasi fanciullesca, questa ricerca dell’immagine e della conoscenza. E per proseguirla, si arma degli strumenti tecnici necessari, immortalando la caduta dei fiocchi di neve con tanto di cavalletto nella sua fredda regione. Il risultato che le immagini restituiscono è poetico: delicatezza e nitidezza lasciano il segno in illustrazioni dove il blu e il grigio la fanno da padrone. Poesia, eppure tutto nasce dal semplice, dall’elementare. Eppure è al contempo un fenomeno scientifico.
Per Mark Cassino non è sufficiente allora l’arte dell’immagine: occorre una storia, una traccia che spieghi come si è giunti a comprendere il fenomeno della caduta dei fiocchi di neve.
Sceglie allora di accompagnare il suo lavoro alle competenze scientifiche del fisico Jon Nelson. Ed ecco che, da semplice strumento di fantasia, le sue immagini acquistano valore didattico e il book fotografico è scientifico al contempo: ai fiocchi raccolti con l’obiettivo macro si accompagna allora la risposta a quelle domande. E un grafico spiega la struttura molecolare dell’acqua e la disposizione delle molecole di idrogeno e ossigeno.
Un’illustrazione con delle semplici linee, perché lo studio non dimentica il principio base che lo anima: la semplicità.
E non manca spazio per la storia, per gli scienziati che hanno cercato di rispondere a quelle fatidiche domande. È il caso di Keplero e della notte di Praga del 1611 in cui, osservando i fiocchi cadere sul meraviglioso Ponte Carlo, decise di cominciare a riflettere sulla neve e pubblicare più tardi il De nive sexangula. Ma nel caso di Keplero, come forse per Cassino, più che il valore scientifico interessava in quel caso la fascinazione del fenomeno e l’invito alla riflessione.
La riflessione diviene in The Story of Snow saggistica, analisi, lettura impegnata, e la struttura dell’opera lo conferma: titoli delle sezioni, dettagli esplicativi, didascalie di accompagnamento alle immagini e diagrammi.
Destinato in origine a un pubblico compreso tra i cinque e gli undici anni, Cassino ha saputo restituire anche a un pubblico adulto – lo stesso che racconta la storia delle neve ai propri figli – quell’emozione che scaturisce da un fenomeno comune. Per poi, magari, spingerlo all’esperimento, con le istruzioni per la cattura delle immagini dei fiocchi di neve. In quell’illusione di spontanea perfezione data dai fiocchi, in fondo, anche un adulto può tornare bambino, attendere pazientemente e gioire infine alla caduta della prima neve.