Muore Svetlana Stalina, la figlia di Stalin. La biografia: Venti lettere a un amico

Svetlana Iosifovna Stalina, l’unica figlia femmina di Iosif Stalin, ha lasciato questo mondo lo scorso 22 novembre 2011. Aveva 85 anni e viveva negli Stati Uniti. Lo ha da poco reso noto l’autorevole quotidiano New York Times.

Svetlana da anni si faceva chiamare Lana Peters. Lasciò l’Urss nel lontano 1967 e approdò negli USA, dove sposò Wesley Peters, un architetto (morto nel 1991). All’età di 46 anni, da lui, ebbe una figlia. La chiamò Olga. Visse anche in India e in Inghilterra.

In più di un’occasione, dichiarò di odiare il suo passato, affermando: «Non puoi rammaricarti per il tuo destino, ma io mi rammarico del fatto che mia madre non abbia sposato un falegname».

Nella sua vita subì l’enorme influenza del padre. Come quando, a sedici anni, si innamorò del noto regista ebreo, Aleksej Kapler. Allora, Stalin non fu d’accordo e, più tardi, fece internare Kapler nel gulag di Vorkuta, in Siberia.

Svetlana si ribellò al governo comunista e tentò di allontanarsi dall’ingombrante figura paterna. Nel 1953 cambiò il suo cognome, adottando quello della madre da nubile.

Nel corso degli anni, scrisse due autobiografie. Una divenne abbastanza nota e venduta: Twenty letters to a friend, scritta nel 1963 e pubblicata in Gran Bretagna nel 1967.

Qui è disponibile la traduzione italiana col titolo Venti lettere a un amico.

Proprio in merito alla pubblicazione di questa sua opera, si innescò quasi un caso diplomatico. La Allilueva, infatti, tenne una conferenza stampa in occasione della Rivoluzione d’ottobre e criticò il regime del padre. Tutto questo “provocò rabbia in URSS, e il governo minacciò di pubblicare una versione non autorizzata”. Tuttavia, la pubblicazione, a Londra, venne anticipata, e tutto il trambusto si placò.

Gli ultimi anni di vita, e precisamente dal 1985 in poi, Svetlana li ha trascorsi in una casa di riposo nel Wisconsin.