Del mare e del nostro Tirreno in particolare ha scritto e dissertato ampiamente il concittadino prof. Leonardo Iozzi in numerosi saggi e volumi considerati dalla critica autentici capisaldi nella materia. Non resisto tuttavia alla tentazione di esprimere qualche considerazione che la splendida esposizione foto-letteraria del prof. Mario Braile sul nostro mare, m’ispira. Voglio, in estrema sintesi, ricordare come questo mare sia stato, nella storia cittadina, un amico-nemico in circostanze e tempi diversi.
Amico quando, in età medioevale e fino al secolo sedicesimo, ha segnato i fasti della nostra marina mercantile con i suoi traffici, il suo porto e il suo cantiere navale. Nemico quando sulle sue onde azzurre ha condotto le orde sacrileghe barbaresche a profanare le nostre chiese, saccheggiare le nostre abitazioni e incendiare il nostro territorio.
Amico quando lo è stato e torna a esserlo oggi per i nostri valorosi pescatori che ne traggono sostentamento e che ne sono intrisi fin nelle ossa. Amico quando ha segnato, limpido e incontaminato, lo sviluppo turistico del nostro Borgo marinaro e dell’intero nostro paese, oggi fortemente minacciato dalla follia incontrastata dell’inquinamento.
Nemico, quando ha generato e genera terrore e disastri con la sua furia distruttiva che nessuna tecnologia riesce a fermare. Nemico quando mi ha fatto fuggire nottetempo dalla mia residenza in riva al mare nella mareggiata storica del 1976 mentre un angolo della casa Donato crollava sotto i miei occhi.
Nemico quando ha inghiottito le abitazioni dei Mulini come quella auto-costruita di zio Giovanni Picarelli, autore dei bassorilievi del Calvario alla Porta di mare.
Nemico come quando, sul lungomare adiacente al Cubo, ha cancellato la piccola Villa Giuseppe Mario Militerni, che Amministratori riconoscenti avevano fatto sorgere come modesto ricordo del bene da lui prodigato a favore del nostro paese da Presidente della Provincia e da Senatore della Repubblica.
Nemico, come si è manifestato recentemente attraverso l’incursione della tempesta Cleopatra che ha eroso l’intero nostro litorale, cancellato i faraglioni della grotta di Rizzo, e distrutto l’intrepida iniziativa turistica che Giannino Piazza andava ricostruendo ogni anno con ammirevole volontà pervicace.
Oggi mi sembra giusto e doveroso sottolineare, di là da ogni steccato di natura ideologica, come l’Amministrazione in carica stia operando per restituire alla riviera cittadina la sua naturale bellezza e l’antico prestigio, con la rifinitura del porto, le dotazioni sportive, le innovazioni previste da nuovi progetti in via di esecuzione e la realizzazione del lungomare che abbraccia ormai, oltre al litorale di Lampezia, l’intero abitato del Borgo. Un lungomare che, pur se incompleto e ferito in più punti da un nuovo attacco di mare nemico, garantisce ormai anche l’incolumità dell’intero abitato.
Vorrei richiamare in proposito l’attenzione dell’Amministrazione Comunale sulla necessità di rimediare alla cancellazione della villetta di cui in narrativa ad opera del mare e di quella operata dall’uomo, con la ri-dedicazione della sala consiliare, riproponendo l’intitolazione di quel tratto di lungomare alla memoria di Giuseppe Mario Militerni di cui si celebra quest’anno il primo centenario dalla nascita. Sarebbe oltre che un atto di giustizia, un riconoscimento dovuto ad un nobile concittadino che ha dedicato tutta intera la sua breve esistenza esclusivamente al bene comune.