Ennesimo black-out elettrico a Cetraro

In questi giorni abbiamo ricevuto da un nostro lettore una interessante mail, relativa i continui problemi di illuminazione legati ad alcune zone della Marina di Cetraro.

Visto che la Redazione di Cetraro in Rete crede fermamente nell’idea della “libera informazione” e nel “diritto di parola per tutti“, riportiamo integralmente la lettera inviataci.

Ovviamente, chiunque volesse replicare alla stessa o desiderasse inviare commenti a riguardo, può farlo scrivendo alla Redazione o commentando questo post. Daremo spazio a chiunque voglia dire la sua su questa annosa questione.

Ennesimo black-out elettrico stamane alla Marina di Cetraro, protrattosi per ben 2 ore e quindici minuti. L’illuminazione pubblica, ma cosa più grave anche quella domestica, è venuta a mancare alle cinque e trenta circa. Solo dopo un’ora, certamente perché sollecitati dalle varie telefonate degli utenti, è arrivata una squadra di tecnici presso la famigerata cabina di fronte alla Banca in viale Lucibello. Dopo venti minuti i tecnici si allontanavano senza risolvere il problema, per fare ritorno e riarmeggiare fino alle sette e quaranta.

La zona interessata, sempre la stessa, oggetto dei frequenti black out, è quella della Marina compresa tra Piazza San Marco e Viale Lucibello, in pratica il cuore nevralgico delle attività economiche di questo Centro. E’ sempre così. Evidentemente c’e qualcosa che non funziona proprio in quella famigerata cabina, assai spesso oggetto di visite da parte degli operai Enel. Non capiamo cosa aspetta Enel a risolvere definitivamente il problema, rimpiazzando di sana pianta la centrale “incriminata”.

Nel frattempo, nel pieno dell’oscurità, da lontano, sulla SS18, beffardi si innalzavano i bagliori dei recenti riflettori dalle migliaia di watt, posti ad illuminare, all’insegna dell’effimero, con dispendio di energia, le rocce della “timpa delle api”. Alla faccia della contingenza (chi paga?).

Nelle strade, frattanto, i pubblici lampioni del Borgo reclinano la testa e piegano la schiena, prima di cadere rovinosamente per terra…

Da parte sua il Comune cerca di lesinare e rastrellare soldi dove può, colpendo con tassazioni assurde l’uso delle insegne e delle tende poste sugli usci dei vari negozi. Per non parlare dell’ultima imposizione sulle bollette dell’acqua.

Nel feudalesimo si imponevano il “polveratico” per la polvere che le greggi sollevavano al loro passaggio, il “pontatico” per l’uso dei ponti, il “legnatico” per il prelievo della legna dai boschi. C’era pure l’ ”erbatico”, il “pedatico”, il “piscatico”, il “ripatico” per approdare, lo “scalatico” per caricare e scaricare merci nei porti… (Cetraresi, attenti!). E si potrebbe continuare. Come si vede, “Nihil sub sole novum”.

Intanto a Cetraro molti esercenti stanno pensando di togliere tutto dando, così, un ulteriore colpo alla crisi economica che attanaglia commercialmente questa comunità“.

Mario – 7 ott 2011