È il colmo! Ora c’è qualcuno che mi accusa addirittura di censura… Al sottoscritto! A me che ogni giorno approvo decine e decine di articoli e commenti d’ogni tipo, commenti che, per quanto riguarda Cetraro In Rete, spesso denunciano malcostumi e ingranaggi di una società che sembra essere viziata in molti punti.
E per cosa poi? Perché non ho pubblicato un commento offensivo, ingiurioso e lesivo della privacy altrui su Cetraro In Rete. Su un blog che, vorrei ricordarlo, è completamente gratuito, in ogni punto, e che è nato per il bene di questo piccolo Comune, e non per offendere le persone! E da chi? Da chi non ha nemmeno il coraggio di firmarsi. Da persone che sono libere di esprimere la propria opinione (per carità!), ma che (forse) farebbero meglio a farlo alla luce del sole. Senza timore e senza offendere.
Di che avete paura? Di essere riconosciuti? O forse non riuscite ad esprimere un’opinione senza insultare e preferite nascondervi dietro un nickname? Bah!
In ogni caso, io non me la prendo per così poco. Anzi, vado avanti con più spirito di prima e continuo a fare quello che sto facendo. Prima di lasciarvi, però, vi invito a leggere un articolo che ho pubblicato qualche mese fa su www.pmi-dome.com, lo storico portale dedicato alle piccole e medie imprese che ho gestito per qualche anno. Ve lo ripropongo perché tutta questa storia mi fa venire in mente “La presunzione del maiale”. Occhio: non è un’offesa! Non offendo né minaccio nessuno, io… è solo il titolo di un racconto (nel caso qualche lettore non lo conoscesse).
Buona lettura, e ricordate: in Rete l’anonimato non esiste…
A presto.
Francesco
***
La presunzione del Web
Il paese delle false personalità, il regno dell’identità sconfessata, lo spazio degli inganni scoperti. Ma anche il cuore della verità. In una parola: Internet
di Francesco Forestiero
“Da oggi sono un esperto di Marketing. Anzi, di Comunicazione. O meglio, sono un esperto di tecniche SEO. Tanto che ci vuole? Ho letto un libro!”
Quante persone si professano “esperti” in un determinato settore senza avere le minime competenze? E quante di queste lavorano sul Web? Tante. Forse troppe. In fondo, Internet è la patria dell’anarchia, il regno dove tutto è possibile, lo spazio dove anche chi non ha mai studiato davvero un argomento può proclamarsi guru.
E invece no, non è così! La verità è che Internet non è il luogo dove tutto è possibile. È il paese dove ogni passo falso viene punito con una critica spesso giusta e comprovata dagli altri utenti. È il principato di un signore chiamato libertà di espressione: la libertà di dire ciò che si vuole e anche di smascherare i falsi esperti. Purtroppo, non sempre ciò avviene. A volte, le maschere indossate da questi subdoli figuri sono solide come granito. Si scalfiscono, ma non si spezzano. Il “merito” è della loro presunzione. Una caratteristica necessaria per partecipare a questo gioco sul Web.
Ma occhio! Come diceva John Belushi in Animal house: “Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare”, e quando i presuntuosi del Web cominciano a giocare in maniera pesante, gli utenti sinceri non staranno certo a guardare! E poi, tutto questo caos, tutta questa voglia di pavoneggiarsi a ciò che non si è, potrebbe presto sfociare in effetti indesiderati. Un po’ come “La presunzione del maiale” di Dario Fo. Conoscete la storia? Ve la racconto io, brevemente…
Il premio Nobel, tempo addietro, scrisse La Bibbia dei Villani, un libro che egli stesso ha più volte rappresentato in teatro. È una Bibbia “povera”: un volume dedicato ai contadini, ai piccoli mercanti e agli artigiani. Al suo interno è riportato un racconto intitolato “La presunzione del maiale”, appunto. Questo testo narra la storia di un porco che, al cospetto del Signore, chiede di avere le ali per poter volare assieme alla sua femmina. Il Padreterno, fiero della sua creazione, gliele concede, facendosi però gioco di lui e incollandogliele con della cera. Il maiale, sporco, maleodorante ma felice, parte nei cieli di notte con addosso la sua amata e, dopo un bellissimo volo, giunge in Paradiso. Lì, però, il Signore s’indispettisce per l’intrusione e lo fa espellere, lasciandolo precipitare. Per fortuna, il maiale e la sua femmina cadono su un mucchio di letame e si salvano, ma i loro nasi rimangono schiacciati… e da allora in poi, lo saranno per sempre, anche per tutta la sua progenie.