“Cetraro? Ah, stupendo scendere dal paese alla marina percorrendo quella strada panoramica!” E tu che sei nato a Cetraro lo guardi e pensi alle buche sull’asfalto che devi evitare ogni giorno, sperando che qualche santo ti protegga anche da probabili cadute di macigni.
“Cetraro? Ah, stupendo, bellissimo passeggiare tra i vicoli e respirare la storia a pieni polmoni”. E tu lo guardi, fai si con la testa per non deluderlo, ma pensi a come è tenuto sporco quell’angolo di storia senza vita.
“Cetraro? Ah, stupende le sue contrade, soprattutto adesso che gli è stato fatto quel bel regalo chiamato “corridoio”. E tu, senza farti sentire, ti domandi: ma ai residenti di quelle contrade piuttosto che del corridoio non avrebbero bisogno di servizi essenziali quali acqua, fogna, luce e strade percorribili che spesso cedono sotto la furia dell’acqua per colpa di una mancata politica di prevenzione?
“Cetraro? Ah, stupendo, e che cibo meraviglioso, per voi il pranzo e la cena sono una festa”. Tu, sempre per non deluderlo, approvi, però pensi ai tanti che se riescono a fare il pranzo non fanno la cena o viceversa. Poi ci sono giornate in cui esce il sole, si affaccia la primavera, ti ritrovi con lo scooter o con la tuta da ginnastica sul lungomare del Borgo devastato dalla malafede dell’uomo, o su quel che resta della “perla” che fu Lampezia e dici: Ah, stupendo!
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