Amedeo Ricucci a Cetraro: le foto e le dichiarazioni

Stasera Cetraro ha dimostrato di amare i suoi figli. Ha riservato ad Amedeo Ricucci, giornalista Rai e tornato da poco in Italia dopo uno spaventoso “fermo” in Siria, un’accoglienza da genitore. Ha dimostrato calore e affetto. Di più: ha dimostrato anche di essere orgoglioso di avere tra i suoi cittadini una persona come Amedeo.

Lui, però, da persona umile, quasi non l’ha accetto tutto questo lodare. Sicuramente gli avrà fatto piacere il “benvenuto“, ma ha messo subito le cose in chiaro: “Io non ho fatto nulla. E non sono un eroe. Non esistono giornalisti eroi. E non voglio essere un santo. Non facciamo di Amedeo un santino – ha detto – Cetraro ha già il suo santo: San Benedetto”.

Ma procediamo per gradi…

Amedeo-RicucciLa folla accorsa a salutarlo lo ha applaudito con gaudio. Gli amici, i conoscenti, e anche le persone che non l’avevano mai visto, gli hanno battuto le mani con spontaneità, perché hanno scoperto in quel giornalista, dedito al suo mestiere, un uomo. Un uomo sincero e ricco di ideali veri, che crede in ciò che fa e lo fa con animo.

Amedeo Ricucci, lo ricordiamo, era stato rapito assieme a 3 giornalisti freelance (il fotografo Elio Colavolpe, il documentarista Andrea Vignali e la reporter freelance italo-siriana Susan Dabbous) in Siria, tra la regione di Idlib e quella turca di Hatay, a inizio aprile. Subito si era diffusa la notizia che i ribelli li avevano trattenuti per degli accertamenti, per verificare che fossero dei veri giornalisti e non delle spie come avevano pensato in un primo momento. E che il tutto si sarebbe risolto in poco tempo. Ma la liberazione tardava ad arrivare e la preoccupazione cresceva. Poi, finalmente, sabato 13 l’incubo è finito. Si torna a casa.

La serata d’accoglienza di stasera è cominciata alla 19 circa, quando dalla strada è apparso Amedeo che teneva per mano un bambino. Al suo fianco, c’era il Sindaco Aieta e, dall’altro lato, l’Assessore Carmine Quercia. I giornalisti si sono lanciati subito all’assalto, per accaparrarsi le foto e i video più belli. E lui, Amedeo, li ha subito spiazzati: “Ragazzi, faccio il vostro stesso mestiere, non fatemi sentire tanto importante”.

Le domande dei cronisti accorsi si sono susseguite una dopo l’altra e, Amedeo, navigato ed esperto d’informazione, ha risposto con tranquillità e chiarezza.

Ecco le risposte.

Subito dopo, tutti hanno preso posto e il consiglio comunale straordinario è iniziato. IMG_4489 (Copia)Il primo a prendere la parola è stato il Presidente del consiglio comunale Luigi Mari che ha moderato la serata. Poi, è stato il turno del Primo cittadino che, dopo i saluti di rito, ha espresso belle parole in favore del giornalista: “Amedeo è parte integrante di Cetraro, una risorsa insostituibile. In quei giorni d’attesa ci informavamo sempre su eventuali novità. E faccio fatica a non citare chi ci ha dato informazioni, come il dottor Caldiero (il cugino di Amedeo, ndr). Amedeo è patrimonio di questa città”. Il sindaco ha poi consegnato una targa al giornalista. Dopo gli interventi dell’Avvocato Vito Caldiero e dell’Assessore Angelo Aita che non hanno mancato di sottolineare l’amicizia che li lega al giornalista Rai e il fatto di aver consultato approfonditamente il blog di Amedeo Ricucci (Ferri vecchi), è stato il turno del presidente della provincia Mario Oliverio. E infine, Amedeo ha raccontato qualcosa della sua brutta esperienza. Solo qualcosa, non tutto, visto che è stata avviata un’inchiesta e, quindi, non è possibile rivelare tutti i dettagli.

Ecco qualche frase da sottolineare.

Lì, non li puoi guardare negli occhi. Ma io guardavo il capo negli occhi – ha raccontato – per fargli rendere conto che stavo dicendo la verità, per fargli capire che ero leale. Per fargli leggere la sincerità”.

Abbiamo pensato più di una volta ‘qui finisce male’”.

“Sentire le urla dei prigionieri che nella stanza a fianco vengono torturati è terribile. Pensi, a te non lo faranno. Ma…”.

Poi sono atterrati degli elicotteri del regime. Loro hanno pensato che glieli avessimo inviati noi… è stato terribile!”.

Dopo il bell’intervento di Ricucci, è stata la volta di un’intervista pubblica condotta dal giornalista Rai Pietro Melia. Amedeo, dopo aver risposto ad un paio di domande generiche ed aver glissato sulla politica, ha parlato di giornalismo.

Ecco due frasi significative estrapolate dalle sue risposte.

Il mio mestiere va fatto con onestà, umiltà”.

Questo lavoro è al servizio del pubblico. Io devo raccontare a voi è con voi che mi impegno ad andare e stare lì in mezzo”.

Quando il dibattito è scivolato sul tema di un certo giornalismo che si svolge stando seduti in poltrona e raccattando le notizie dal Web, Amedeo ha commentato così: “Per me è un dovere vivere una determinata situazione per poterla raccontare”.

È un’affermazione questa che, personalmente, mi sento di sottolineare più e più volte. Io non faccio il giornalista. Sono un redattore, che è una cosa diversa, ma ho studiato giornalismo e il mio insegnante ripeteva in continuazione una frase simile, il cui significato era pressoché identico: “bisogna viverla qualcosa per poterla raccontare sul serio”. È una legge non scritta di un certo tipo di giornalismo vivo che Amdeo conosce benissimo e che – è trapelato apertamente questa sera – mette in pratica con vera passione.

È un po’ come per la serata che si è appena conclusa: bisognava esserci per capire davvero il calore che la gente di Cetraro ha dedicato a quest’uomo. Io c’ero e spero che queste mie parole, o almeno le mie foto, l’abbiamo raccontata per bene a voi lettori di Cetraro In Rete.

A presto

Ecco le foto. A seguire il sevizio di Telecosenza e del TGR Calabria.

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