Aggiornamento ore 13.41.
“I quattro reporter italiani “fermati ieri in Siria” […] stanno bene e saranno presto liberati e accompagnati in Turchia”: lo dice all’ANSA una fonte vicina ai ribelli siriani. “Sono stati fermati e non sequestrati“.”
Lo scrive l’Ansa che continua: “Sono in buone condizioni di salute e i combattenti che li hanno fermati li trattano benissimo e già domani potrebbero rientrare in Italia”, afferma la fonte, contattata al telefono, sottolineando che i quattro “verranno riaccompagnati dagli stessi ribelli che li hanno fermati in Turchia”. La fonte precisa che i ribelli stanno “effettuando solo degli accertamenti per verificare che si tratti di giornalisti e non di spie come pensato in un primo momento”. Il gruppo di ribelli che li ha fermati “appartiene alla galassia dell’opposizione e non all’Esercito Siriano Libero (Esl)”, conclude la fonte.”.
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Ore 9.10
Amedeo Ricucci, assieme a 3 giornalisti freelance, è stato rapio nel nord della Siria, tra la regione di Idlib e quella turca di Hatay. La notizia è stata confermata dalla Farnesina che ha fatto sapere di seguire la vicenda fin dai primi momenti e di essere in contatto con i familiari. Chiedendo, allo stesso tempo, il “massimo riserbo”.
Oltre al nostro caro concittadino Amedeo, che speriamo di rivedere presto, sono stati rapiti il fotografo Elio Colavolpe, il documentarista Andrea Vignali e la reporter freelance italo-siriana Susan Dabbous.
Tutti e 4, guidati proprio da Amedeo, si trovavano lì per realizzare un reportage sperimentale dal titolo “Silenzio, si muore” per il programma Rai “La Storia siamo noi”.
Il giornale Leggo.it scrive: “Le loro tracce – secondo le prime ricostruzioni – si sono perse il 4 aprile, quando nel pomeriggio era previsto il collegamento con i ragazzi di San Lazzaro. I cellulari GSM e satellitare di Ricucci e degli altri componenti della troupe da quel momento sono stati irraggiungibili. Venerdì mattina fonti giornalistiche siriane e straniere presenti nella regione turca di Hatay e in contatto con gli accompagnatori di Ricucci hanno riferito che i giornalisti si trovavano nel villaggio di Yaqubiya, e nord di Idlib, in stato di fermo, probabilmente da parte di miliziani fondamentalisti. Secondo la ricostruzione offerta da queste fonti, i reporter italiani erano stati arrestati perché avevano filmato e fotografato postazioni militari sensibili”.
Su Repubblica.it si legge che: “I quattro operavano facendo base in territorio turco e sarebbero entrati in Siria il 2 aprile nella zona di Guveci, da 4 aprile la redazione non sarebbe più riuscita a mettersi in contatto con loro. L’intelligence italiana sarebbe già in contatto con esponenti vicini ai ribelli. In base ad alcune fonti i quattro stanno bene, sono stati trattati bene e non sono sequestrati ma “in stato di fermo per essere interrogati”.
Speriamo che il tutto si risolva in fretta e che Amedeo e i suoi colleghi tornino presto a casa.